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Taxi, furgone dei traslochi, psicologi a domicilio. Abbiamo affrontato più volte il tema delle chiamate improprie alla centrale operativa del 118, con gli equipaggi obbligati a fare molto più che il proprio già delicato lavoro, auspicando la scelta impopolare del pagamento di un ticket nel caso non si tratti di una reale emergenza. Sul tema sono intervenuti in tanti.

L’ultimo episodio conosciuto – ne succedono decine ogni giorno – è successo intorno alla metà di settembre. La chiamata parla di un anziano in gravi condizioni. L’equipaggio arriva tempestivamente presso l’abitazione e nota il paziente seduto al letto: debole, ma vigile, assistito da una mezza dozzina di persone. Per sua stessa ammissione, l’uomo è in quelle condizioni da due o tre giorni.

Le stesse persone che avrebbero potuto aiutare il congiunto a scendere un paio di scale e accompagnarlo in ospedale con l’auto di famiglia. Più comodo sollecitare l’intervento dei tassisti del 118 con la divisa arancione, pretendendo inoltre di essere accompagnato al pronto soccorso auto diagnosticando un intervento da codice rosso.

Il compromesso è stato un giallo, ma ancora una volta si è fatto un uso improprio dell’ambulanza del 118, sottraendola al territorio nel caso di una reale emergenza. In questo caso chi paga? Solo l’eventuale paziente meritevole di un intervento urgente.