Un gruppo di almeno cinque minori, alcuni dei quali osptiti di una comunità, picchia un ragazzo fuori da un negozio del centro. Futili motivi. La notizia ha avuto molta eco, non certo come quella del reo confesso assassino del carabiniere Cerciello Rega, ammanettato e tenuto dai Carabinieri per qualche tempo con una benda sugli occhi. Il fatto ha diviso l’Italia e probabilmente succederà la stessa cosa dopo la pubblicazione di questo video.

In realtà si tratta della storia Instagram di uno dei tre giovani fermati per l’aggressione, portati presso la stazione dei Carabinieri di viale Unità d’Italia, a Bari, dopo essere stati identificati dalla comitiva di ragazzi aggrediti e rintracciati nelle vicinanze della stazione. Il bulletto non ha esitato a filmare alcuni istanti della sua permanenza nella stazione dei Carabinieri, rivolgendo all’indirizzo dei militari alcuni gesti inequivocabilie, sempre tentendo la mano sui genitali.

Prima le corna, poi il gesto di premere il grilletto. Lo ha fatto più volte e come tutti i vigliacchi che si rispettino, sempre facendo attenzione per evitare di farsi notare da chi in quel momento stava indagando sul suo conto e su quello degli altri due amici fermati per quell’aggrassione.

Immaginare che il ragazzo possa aver fatto quel video nella stazione dei Carabinieri è già di per sé un fatto che merita una profonda riflessione, ma la circostanza che possa pure averlo postato sul suo profilo Instagram aumenta il senso di impotenza nei confronti di questi ragazzini segnati, nonstante l’affidamento a una qualsiasi comunità.

Qual è il senso di quella “prigionia”, se non c’è chi supervisiona certi comportamenti, come dovrebbe fare un qualsiasi genitore? Come probabilmente fanno i genitori dei ragazzi coinvolti in questa brutta esperienza? I bulli postano continuamente foto sui social, fieri degli addominali e in pose aggressive, tanto da invogliare alcuni followers – forse più problematici di loro – a scrivere messaggi del tipo: “Siete grandi fratelli, la prossima volta non dovete fare così poco casino, dovete accoltellare”.

Non c’è che dire, la situazione è sfuggita decisamente di mano. Da un lato un gruppo di ragazzini, nella cui comitiva ci sono anche minori stranieri nel sengno della reale integrazione; dall’altro un manipolo di teppisti – l’origine albanese è solo un dettaglio – completamente fuori controllo, in giro nel centro di Bari con il solo scopo di provocare risse.