I Dirigenti Medici della Clinica Oculistica del Policlinico di Bari sono arrivati al limite tanto da denunciare alle Forze dell’Ordine l’assurda situazione in cui sono costretti a lavorare. Le diverse lettere, indirizzate ai direttori sanitari sia della Regione che del Policlinico, non sono servite a nulla.

Qui di seguito la denuncia dei dirigenti medici per omissione di atti di ufficio e sorveglianza sanitaria.

NOTA

Con la presente, che si legge in copia al Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (NAS) di Bari, si denuncia il comportamento omissivo attuato e perpetuato dai Direttori Sanitari della Regione Puglia (Dr Antonio Sanguedolce ,Direttore Generale ASL Bari; Dr Silvana Fornelli, Direttore Sanitario ASL Bari; Dr Luigi Fruscio, Coordinatore Servizio Ispettivo Aziendale ASL Bari; Dr Pasquale Bratta, Coordinatore Struttura Tecnica Permanente ASL Bari) e dei Direttori Sanitari del Policlinico di Bari (dr Giovanni Migliore, Direttore Generale; dr F Fucilli, Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione) destinatari di una pubblica lettera già indirizzata negli scorsi mesi ai propri Uffici e diffusa pubblicamente mediante articolo di giornale sulla aberrante situazione che perdura presso il Pronto Soccorso Oftalmico del Policlinico di Bari.

Qui i medici oculisti sono costretti ad accettare direttamente pazienti di pronto soccorso riferenti disagi oftalmici non avendo per Legge alcun titolo né formazione di Urgenza ed Emergenza né tanto meno copertura assicurativa.

Oltre a costituire grave pregiudizio la salute si ravvedono elementi di concussione che scaturirebbero dalla volontà delle figure Dirigenziali del Policlinico e della ASL Puglia di concedere tempo e modi per far trasferire medici in servizio presso ASL pugliesi al Policlinico, confidando su un organico medico necessariamente folto per adempiere alla necessità di assistenza del Pronto Soccorso Oculistico.

Ad aggravare decisamente il fosco quadro dell’assistenza oculistica del Policlinico di Bari si deve considerare che lo stesso medico in servizio al Pronto Soccorso Oculistico deve simultaneamente coprire la guardia di reparto gestendo nello stesso tempo i pazienti ricoverati e i pazienti che si presentano direttamente al Pronto Soccorso Oculistico, spesso lamentando disturbi oftalmici che sottintendono gravi patologie acute sistemiche (vedi tremori palpebrali preambolo di ictus in corso).

Si precisa che un Pronto Soccorso ad Accesso Diretto (come quello Generale e quello Oculistico ancora in essere) non prevede la “interdivisionalità” cioè il medico in servizio non può essere condiviso con alcuna altra divisione assistenziale.

Ulteriore elemento di denuncia è rappresentato dagli spazi dove il servizio di Pronto Soccorso Oftalmico viene svolto: la sala di attesa è il corridoio dei vecchi ambulatori della Chirurgia Generale, la Sala Visita non prevede né la barella né i sistemi di monitoraggìo e defibrillazione cardiaca a causa della estrema ristrettezza degli spazi.

L’accettazione dei pazienti è dislocata e lontana dalla sala visita perciò l’unico infermiere in servizio deve abbandonare il paziente e il medico per registrare i pazienti, bloccando di fatto l’assistenza medica. Oltremodo il monitoraggio del “corridoio” di attesa non è garantito se non in quel limitato frangente che vede l’infermiere abbandonare la sala visita per raggiungere lo sgabuzzino del triage di accoglienza dei pazienti.

Giusto a titolo d’esempio lo scorso mese alcuni pazienti sono stati soccorsi tirandoli per le gambe in corridoio a montando lì ad hoc i sistemi di monitoraggio e soccorso, sotto gli occhi sconvolti degli altri pazienti in attesa. 

È da considerare che i servizi igienici sono letteralmente carenti e insufficienti. Un unico angusto bagno è adibito all’utilizzo per entrambi i sessi. Nessun servizio igienico è previsto per i disabili che seppure volessero utilizzare quell’unica latrina messa a disposizione non potrebbero entrare con la sedia a rotelle e non avrebbero alcun maniglione per agevolare le loro necessità. Per non parlare della rampa di accesso, quella in servizio è talmente ripida che solo ambulanze e persone in forza possono scalarla per raggiungere la porta d’accesso al corridoio d’attesa altrimenti bisognerebbe circumnavigare l’intero stabile per trovare una rampa per disabili degna di nome, contravvenendo alla fantomatica rapidità di accesso alle cure che un Pronto Soccorso Attivo dovrebbe garantire. Vergogna!

Anche se questa sembra presentarsi come denuncia anonima si invita l’Arma dei Carabinieri a procedere avvalendosi dell’ad 240 del Codice di procedura penale (nel documento è allegato il corpo del reato: lettera di denuncia firmata dai Dirigenti Medici in Servizio al Pronto Soccorso Oculistico che ad oggi non ha ancora prodotto nulla, il documento proviene dall’imputato).

Si rammenta, inoltre, la sentenza numero 34450 del 4 agosto 2016 della Corte di Cassazione che stabilisce che anche una denuncia anonima possa essere utilizzata dall’autorità giudiziaria per ordinare perquisizioni e sequestri. La denuncia anonima alla quale veniamo costretti è necessaria per evitare ripercussioni e mobbing da parte del datore di lavoro.