foto di repertorio

Tutta la Polizia di Stato, in questi giorni, si sta stringendo al dolore che ha colpito l’Arma dei Carabinieri per la tragica morte del 35enne Mario Rega Cerciello, ucciso nell’adempimento del dovere a coltellate. I fatti di Roma, purtroppo, rappresentano sono l’ultimo episodio di una violenza inaudita che grida giustizia: “Siamo pagati per servire, non per morire” dice Uccio Persia, massimo esponente del Sindacato di Polizia COISP di Bari e provincia. “Ormai è una prassi comune, e vergognosamente accettata da tanti, che un uomo dello Stato, nell’esercizio delle sue mansioni di garantire sicurezza, subisca un’aggressione. Molti lo danno per scontato, alcuni lo chiamano addirittura rischio del mestiere. Noi poliziotti non ci stiamo più a fare statistica”.

“Si tratta di una vera e propria escalation – evidenzia – che si attesta a 76 episodi subiti da inizio giugno, più di un’aggressione al giorno, con oltre 139 feriti. Il dato allarmante passa nell’indifferenza totale dell’opinione pubblica e di una parte della politica, che sembra molto più interessata ad attaccare, svilire, sminuire, il tentativo di ridare autorità e il giusto peso a chi ha il compito di garantire la sicurezza dei cittadini”.

“Circolano in rete video che registrano l’atto finale del poliziotto, del carabiniere che, per reagire ad una violenza, fa uso della forza – sottolinea amaramente – nessuno però ha voglia di chiedersi cosa sia accaduto prima. Polizia violenta, Polizia prepotente: ormai sono slogan comuni di quelli che vorrebbero un Paese nel caos. Invito volentieri questa gente a farsi un giro per le stazioni ferroviarie delle grandi città, a Bari, in piazza Umberto, nel pieno centro dove sostano quotidianamente personaggi che non hanno nulla da perdere e sarebbero capaci di uccidere per una manciata di euro. Contro l’illegalità è una lotta impari. Le leggi ci sono, ma sono difficilmente applicabili alla realtà, che vede una tutela assoluta per chi commette reati a scapito di chi li subisce. Ogni volta che un uomo delle Forze dell’Ordine interviene, deve mettere in conto che probabilmente dovrà poi ricorrere ad un avvocato per tutelare il proprio operato”.

“A Canosa di Puglia nei giorni scorsi – racconta Persia – una pattuglia della Polizia di Stato è stata speronata mentre inseguiva il presunto autore di un tentato furto che tentava di sottrarsi al controllo, tutto sotto gli occhi dei passanti. Con grande professionalità e non poca difficoltà, gli agenti sono riusciti a bloccare il giovane nei pressi della propria abitazione; a quel punto i poliziotti sono stati ostacolati dall’arrivo di familiari e amici dell’individuo inseguito”.

“Il padre del fermato – aggiunge – dopo essersi armato di una falce e di un’ascia, ha minacciato di morte gli agenti e si è scagliato contro uno di essi, con il chiaro intento di ferirlo per impedire che adempiesse al suo dovere. Fortunatamente è riuscito a schivare il fendente, evitando un’ulteriore possibile tragedia. Vista l’impossibilità di ricevere dai colleghi per l’assenza di altre pattuglie delle forze dell’ordine sul territorio, per la loro incolumità hanno dovuto desistere dal fermo del giovane, che nel frattempo, con la complicità dei parenti e di gente del vicinato, è scappato. È ora di dire basta! Non ci stiamo più a questo gioco al massacro, nel silenzio di tutti”.

“Nei prossimi giorni invieremo una nota dettagliata alla Segreteria Nazionale COISP e al Questore Bari, Giuseppe Bisogno. Devono essere messe in atto tutte le strategie necessarie. Gli operatori di Polizia hanno bisogno di strumenti normativi, di protocolli di intervento chiari e di equipaggiamento adeguato. Il Taser, per esempio, ancora in fase di sperimentazione, eviterebbe il contatto fisico durante gli interventi in cui l’aggressore risultasse armato o in possesso di coltelli o oggetti di uguale livello di pericolosità, come pure i giubbotti antitaglio sottocamicia. E poi – conclude l’esponente del Coisp – bisogna lavorare sugli organici, attualmente esigui e con un personale che ha un’età media che si avvicina ai 50 anni di età per cui l’unica soluzione è l’assunzione di nuovo personale”.