Vodafone, il gigante rosso della telefonia, ha completato le procedure di accensione della sua rete 5G in 5 città italiane: Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli.
Il meridione è quasi tagliato fuori dalle attivazioni del 2019, sebbene l’obiettivo di Vodafone sia quello di coprire 100 città entro il 2021.
Durante l’ultima edizione della Fiera del Levante, a Bari, erano state mostrate le potenzialità della rete 5G tramite un progetto di sperimentazione del Politecnico di Bari. Il capoluogo pugliese era stato quindi tra i primi a passare dalle ipotesi ai fatti, accendendo una antenna 5G secondo lo standard 3GPP, situata fisicamente all’interno del campus universitario.
Ma mostrare non vuol dire innovare e Bari si è trovata ad essere tagliata fuori da questa fase di commercializzazione delle nuove frequenze da parte di Vodafone. Complice forse anche il progetto Bari-Matera 5G: non è escluso infatti che sullo scacchiere delle telecomunicazioni nazionali il progetto a guida TIM, Fastweb e Huawei sia vittima della recente politica dei dazi imposta al colosso cinese. Questo porterebbe dei ritardi nello sviluppo della tecnologia 5G sul territorio, posticipando le fasi di fruibilità dell’infrastruttura al 2025.
I danni per un ritardo sullo sviluppo sono difficilmente quantificabili, ma determinanti. Dopo che tanto si era detto e fatto per permettere al mezzogiorno di recuperare il cosiddetto Digital Divide a livello infrastrutturale, sembra ironico ritrovarlo legato a doppio filo con un partner di cui non si può parlare, vedere o sentire. Il tutto nell’attesa di una posizione ufficiale.