“Un eroe non muore mai. Luigi vive”. È solo uno dei tanti messaggi arrivati, per posta, via mail e se facebook, alla famiglia Pascazio, che 9 anni fa, in Afganistan, ha perso un figlio, Luigi appunto, appena 24 anni, saltato in aria mentre guidava un Lince servendo il suo Paese nonostante quel giorno avesse la febbre e il mezzo sprovvisto delle adeguate protezioni.

Sono passati 9 anni, ma la famiglia e Bitetto non dimenticano, non potrebbero, e continuano a onorarne la memoria, al pari dei commilitoni di allora, degli amici, dei tanti colleghi che nemmeno lo hanno conosciuto, ma gli rendono onore.

Nei giorni scorsi è stata apposta una fotografia incorniciata in marmo sul fianco della cappella di Luigi, rappresenta la Madonna del Don portata dal fronte dagli Alpini e venerata a Mestre.

Come ogni anno, ieri si tenuta la cerimonia organizzata per ricordarlo, c’erano il Questore di Bari, il vice Prefetto, il generale Rainò, c’era il comandante e aiutante Maggiore del 32° reggimento guastatori Alpini di Fossano, tanta gente comune, e poi c’erano le famiglie di altri caduti: i Di Lisio, da Campobasso, gli Bruno, i Padula e i Caroppo, arrivati dalle altre province pugliesi. Luigi vive.