Quattro infarti noti in dieci giorni, con il rischio altissimo di trapassare a miglior vita perché all’Ospedale della Murgia “Fabio Perinei” non è stata ancora aperta la Sala di Emodinamica. I quattro casi sono quelli capitati tra Altamura e Gravina al solo equipaggio 118 di Gravina.

L’ennesima denuncia è di Francesco Papappicco, medico del 118 e sindacalista FSI-USAE. Gli eventi complessivi dall’inizio dell’anno sono certamente in numero maggiore. Nelle ultime ore ci si è indignati perché nello stesso ospedale pioveva copiosamente dal soffitto, ma stranamente non sembra esserci la necessaria consapevolezza dei rischi quotidiani che gli abitanti del territorio murgiano corrono ogni volta che qualcuno viene colto da infarto.

Il paradosso, in quell’ospedale definito più volte d’eccellenza, è l’impossibilità di intervenire neppure se l’infartuato dovesse trovarsi nel parcheggio del Perinei. Il protocollo specifico IMA-SCA, infatti, prevede che sia l’ambulanza del 118 a dover intervenire, prelevare il paziente e correre verso l’ospedale Miulli. Una corsa contro il tempo, in qualsiasi condizione atmosferica, che rischia di compromettere la cosiddetta “golden hour”, l’ora d’oro in cui bisogna intervenire per assicurare la migliore guarigione possibile al soggetto colto da infarto.

Spesso, però, succedono episodi grotteschi, tanto per usare un eufemismo, come uno degli ultimi denunciati dallo stesso Papappicco. “Ambulanze 118 di Gravina e Altamura impegnate su altri interventi – scrive – nessun mezzo medicalizzato disponibile in zona. Un sessantenne gravinese giunge al pronto soccorso del Perinei col mezzo proprio. Sta malissimo, si sente morire. Dolore al petto, pallido, sudore freddo, sensazione di morte imminente. Accusa dolore dalla notte”.

Al pronto soccorso approntano la prime cure, del resto si tratta di un infarto. “Urge trasferire il paziente in Emodinamica ad Acquaviva ed è già passato troppo tempo – continua il medico e sindacalista . C’è il protocollo IMA-SCA da rispettare, quindi nessun mezzo del Perinei può effettuare il trasferimento, deputato invece al 118. Ma sul posto non è disponibile alcuna ambulanza di rianimazione Il caso viene assegnato alla Mike di Santeramo. Venticinque chilometri per andare al Perinei in codice rosso e rientrare su Acquaviva per altri 35 chilometri. Quando grazie alla perizia del team 118 il paziente giunge finalmente al Miulli, in emodinamica si vivono momenti di estrema preoccupazione. Infartuato emodinamicamente instabile: ventricolo pieno di coaguli, quindi: contropulsatore aortico, pacemaker temporaneo, aspirazione dei coaguli e stent”.

Papappicco denuncia da anni la necessità dell’Emodinamica all’Ospedale della Murgia. Non esiste una statistica, ma chissà quanti pazienti complicati irreversibilmente o deceduti si sarebbero potuti evitare se solo avessero avuto un infarto altrove. C’è un altro episodio emblematico.

“Il paziente comincia ad accusare dolore toracico attorno alle 16.30, ma al Perinei ci arriva più tardi – racconta Papappicco -. Assistito e curato dal collega cardiologo, rappresenta l’ennesimo caso di infartuato da trasferire urgentemente al Miulli in percorso HUB. Dall’esordio dei sintomi al lettino operatorio passano circa 4 ore. Ospedale Perinei e 118 rispondono nei tempi imposti dalla contingenza, ma l’attivazione dell’Emodinamica all’ospedale della Murgia resta ancora un miraggio per i cittadini di Altamura, Gravina e Poggiorsini”.