Ha preso spunto dalla vita del suo quartiere per svolgere il tema della sua tesi di laurea. Alessandro De Bari, classe ’94 nato a Modugno, ma residente nel capoluogo pugliese, ha deciso di elaborare il rapporto tra giovani e politica prendendo spunto dal quartiere Libertà, in cui vive con la sua famiglia da sempre.

Il suo corso di studi in Scienze Politiche si è concluso con una tesi in Sociologia dal titolo Giovani e politica. Dalla disaffezione alle strategie politico-culturali. “Grazie alla vita del mio quartiere – scrive Alessandro – ho potuto constatare come l’educazione e gli esempi positivi possano essere un vero strumento per educare le giovani generazioni al senso civico ed avere di conseguenza una società migliore”.

“Il Libertà, oltre a essere il quartiere più popoloso di Bari, con il più alto tasso di criminalità minorile organizzata, grande dispersione scolastica e una forte composizione etnica, è anche il quartiere dalle mille potenzialità. Bisogna coltivarle, incoraggiarle, e soprattutto dar loro voce. Personalmente – spiega Alessandro – mi sono avvicinato al “Comitato Cittadini Attivi del Libertà” spinto dalla voglia di scoprire il potenziale del rione e di dar seguito al senso civico che avevo maturato nel corso degli anni”.

“I giovani di oggi, coloro che hanno tra i 18 e i 30 anni, a causa degli effetti della crisi del
sistema partitico, si distanziano sempre di più dalla partecipazione attiva in politica, diventando così i nuovi disaffezionati. Come ridurre questa frattura? Sicuramente investire sullo strumento dell’educazione civica trasmessa mediante gli istituti scolastici, per formare una conoscenza civica e di funzionamento del sistema politico. I giovani – aggiunge –  devono riconnettersi con la politica sperimentando modalità diverse di interazione,
contemporaneamente la politica dovrebbe circondarsi di giovani leader con cui le generazioni presenti e future possano identificarsi e di cui possano fidarsi. Incentivare percorsi per la partecipazione ai comitati di quartiere, mediante i quali riuscire a costruire una cittadinanza critica e attiva, rappresenterebbe una di queste modalità”.

“È necessario che movimenti, associazioni e comitati collaborino tra di loro il più possibile, in modo tale da poter ricollegare le loro attività in progetti civici concreti, che possano influenzare le scelte delle istituzioni politiche ai vari livelli. Questo – conclude Alessandro –  è fondamentale in quanto è il mondo del volontariato che nella quotidianità riesce a intercettare i problemi avvertiti dai cittadini, e in un momento storico di crisi partitica e laddove il volontariato non venga supportato dalle amministrazioni locali, lo stesso deve configurarsi nel segno di un civismo politico e democratico fondato sulla partecipazione e su un programma di governo della città a vantaggio della grande maggioranza dei cittadini, in contrasto con gli interessi forti presenti nella stessa”.