Chi ha avuto, ha avuto, e chi ha dato ha dato. Simme ‘e Casamassima, paisà. In tanti speravano in un finale a tarallucci e vino, perché alla fine “ci conosciamo tutti” e “dobbiamo volerci bene”. Nessuno, però, ha fatto i conti con l’oste: il consigliere d’opposizione, che per evitare di continuare ad essere facile bersaglio, ha presentato un regolare esposto alla Procura della Repubblica, segnalando i fatti in Prefettura.

Nelle scorse settimane a Casamassima non si è parlato d’altro che del consigliere comunale la cui abitazione veniva puntualmente imbrattata da ripetuti lanci di uova. Non riuscendo ad arrivare in nessun modo al colpevole, il rappresentante dell’amministrazione di Casamassima ha piazzato alcune telecamere ed il mistero è stato risolto – o forse solo in parte -, con l’individuazione del lanciatore seriale: il parente di un dipendente comunale, che in passato aveva avuto problemi con la Legge.

Nonostante i proclami, la solidarietà al consigliere sarebbe stata dimostrata solo attraverso la pubblicazione di alcuni post su facebook. All’inizio del mese scorso la Digos avrebbe chiamato il rappresentante istituzionale per sapere cosa stesse succedendo. Al centro di tutto un appalto, concesso a detta del consigliere senza che l’azienda avesse tutte le carte in regola. Appalto non prorogato pare proprio a causa delle denunce del consigliere.

A quel punto l’uomo, che aveva lavorato con l’amministrazione proprio grazie a quell’appalto, avrebbe espresso personalmente il proprio disappunto attraverso il puerile, ma grave lancio di uova contro l’abitazione dell’esponente politico. Una volta sgamato, però, il colpevole si sarebbe fiondato a chiedere scusa, seppure il dado fosse tratto, perché la vittima di quei lanci maleodoranti aveva già presentato formale esposto alla Procura e segnalato la cosa alla Prefettura, non essendo riuscito o non avendo voluto – questo non è chiaro – a sporgere denuncia presso la locale stazione dei Carabinieri.

Dell’esposto in Procura e della formale richiesta di scuse abbiamo avuto certezza da fonti istituzionali e da alcune persone molto ben informate sui fatti. A maggiore conferma, sembrerebbe che nei video ripresi dalle telecamere installate per l’occasione, si veda il particolare modello di auto di proprietà del lanciatore di uova.

La storia, per niente all’acqua di rosa, potrebbe avere degli ulteriori risvolti, indipendentemente dall’estenuante lavoro di mediazione fatto da qualcuno. Tutto è bene ciò che finisce bene? Staremo a vedere, perché se ci son colpe, colpiranno.