Derisi e sbeffeggiati “perché è normale che un mezzo pubblico possa avere alcune avarie”. Persino gli incendi possono capitare. Nonostante tutto abbiamo continuato a raccontare ciò che a nostro avviso non era solo routine. La conferma alla teoria del guasto sistemico arriva, seppure indirettamente, proprio dai vertici dell’Amtab, chiamati a riferire davanti ai sindacati. Il prossimo passo è la proclamazione dello sciopero, perché più che di procedura di raffreddamento si deve parlare di gelata.

Nello sconcertante verbale di inizio aprile si legge che “I 65 mezzi acquistati nel 2018, dopo circa 1 anno dalla messa in servizio, hanno superato in media i 100.000 Km, con punte di 140.000 Km, mentre il profilo di missione ne prevedeva 60.000. Lo scarso livello qualitativo degli autobus IIA (45 veicoli) condiziona notevolmente la disponibilità quotidiana per il servizio, per cui la media di disponibilità dei 77 meni ‘nuovi’, cioè quelli immatricolati dal 2015 in poi, è di 53 mezzi (24 in meno pari al 30% del totale)”

L’obiettivo da raggiungere ormai mesi fa era quello di avere un massimo di 5-6 mezzi su 65 fuori servizio ‘fisiologico’ al giorno. I numeri sono lontani anni luce e per questo ci si barcamena per compare altri autobus, nonostante le promesse del Sindaco uscente di aver rimesso il servizio in sesto. Bugia colossale a leggere quanto scritto nel verbale. Si prevede l’acquisto di 23 meni nuovi ibridi con finanziamento regionale (bando SmartGoCity), con una gara che avrà come stazione appaltante il Comune di Bari e per la quale è stata già preparata la documentazione per chiedere il finanziamento regionale ed effettuare la gara. Nel libro dei sogni dell’Amtab si pensa di poter avere già entro fine anno i nuovi autobus, in modo da raggiungere un parco mezzi circolanti di 250 unità.

Ma veniamo alla nota drammatica. “Purtroppo ad un anno dalla messa in servizio dei mezzi – si legge – la situazione non è per niente rosea: molte difettosità iniziali sono state eliminate grazie all’azione di verifica costante dell’officina ed ai risanamenti effettuati dall’Officina autorizzata Bellizzi sull’intero lotto”. Ciò che preoccupa sono le altre difettosità emerse, che hanno portato a “un decadimento qualitativo importante di fondo per tutta la fornitura dei CityMood”. Le serie 3200 hanno rivelato problemi ai freni e alle porte, mentre le più grandi della serie 7500 hanno fatto registrare grosse anomalie ai freni, alle porte, alle sospensioni, agli ammortizzatori, e all’impianto di aria condizionata.

La situazione è diventata più complicata per via dell’incertezza della ditta fornitrice già a partire dall’estate del 2018. Il risultato è stata la mancanza di interlocutori con i quali l’Amtab avrebbe potuto dialogare per rivendicare i propri diritti. Un problema non trascurabile è la completa mancanza o la consegna in ritardo dei pezzi di ricambi, tanto che la leggenda narra di almeno una vettura cannibalizzata per consentire la sopravvivenza delle altre.

“Per citare un esempio significativo – riporta il documento – in questo momento abbiamo 17 autobus con parabrezza da sostituire per rotture più o meno gravi del cristallo e circa una decina di altri su cui l’intervento di fissaggio o di sostituzione è già stato effettuato, ma non appare definitivo, ma al momento i parabrezza non sono disponibili sul mercato”. Un altro capitolo disastroso a parte è quello relativo alla gestione delle manutenzioni programmate. La mancata applicazione dei prezzi previsti dal contratto avrebbe generato ulteriori rallentamenti nella chiusura delle manutenzioni.

L’Amtab allora prova a mettere una pezza attraverso ‘incremento dei controlli all’interno del rimessaggio, quello in via De Blasio, dove vanno a finire mestamente i mezzi “a pezzi”. L’Amtab proverà, dice ai sindacati, a recuperare la funzionalità di quasi tutti i vecchi bus (immatricolati dal 2002 al 2009), facendo riferimento al piano di “revamping” che prevede circa una decina di mezzi da ripristinare nel 2019. Nel libro degli intenti è prevista anche l’esecuzione di interventi di meccanica sia all’intento dell’officina che all’esterno.

“L’officina manutenzione dell’Amtab, sulla quale diversamente dal piano industriale 2014, si è puntato anche per la carenza di officine esterne adeguate – viene ribadito – svolge un lavoro importante e soddisfacente dal punto di vista qualitativo e soprattutto con tempi decisamente più rapidi rispetto all’esterno, ma ha alcune limitazioni”. L’officina è tanto efficiente ed affidabile che non è stata ancora messa nelle condizioni di effettuare tutti gli interventi di carrozzeria necessari, effettuare revisioni di motori (reparto tuttavia in allestimento) e di cambi. Una cosa che può fare è la preparazione per la revisioni alla Motorizzazione, dove finora sono passati anche mezzi la cui meta possibile era solo lo sfascia carrozze.

Nel corso del 2017 e nel primo semestre del 2018, è stato possibile portare avanti un buon lavoro di manutenzione programmata all’interno dell’officina grazie alle forniture di magazzino, “ma a partite dall’estate del 2018 per svariate ragioni il magazzino si è progressivamente svuotato – dice l’azienda – ed attualmente siamo in seria difficoltà sul rifornimento ricambi”. La storia del magazzino, però, merita un ulteriore approfondimento.