“La tragedia sfiorata a San Donato Milanese, evitata solo grazie alla sagacia ed alla prontezza di riflessi delle giovani vittime del folle gesto di Ousseynou Sy, autista del pullman sul quale viaggiavano, dopo la comprensibile emozione delle prime ore, ci impone una seria riflessione sul comportamento della società Autoguidovie, datrice di lavoro dell’autista, e di riflesso, sui criteri adottati dalle società di trasporto nella selezione del personale-autista”. A parlare così è Piero Venneri, segretario regionale della Cisal.

“Dalle cronache giornalistiche – osserva Venneri – emerge l’inquietante notizia che l’attentatore aveva due precedenti penali, uno per guida in stato di ebrezza e l’altro per molestie sessuali su minore. Se sul primo, la tesi della Autoguidovie, secondo cui l’autista, dopo la condanna, aveva comunque ottenuto tutti i richiesti rinnovi di patente ed aveva superato positivamente tutti i test medici, può ritenersi ammissibile, quello che davvero sconcerta è quanto riferito dall’Azienda sul secondo reato e, cioè, che l’Autoguidovie non ne era a conoscenza, dal momento che Ousseynou Sy nulla aveva riferito in proposito”.

“Come se sul datore di lavoro – sottolinea – non incomba un onere, per un verso, di verifica e di controllo delle dichiarazioni del dipendente e, per altro verso, di accertare di propria iniziativa ed in via autonoma il curriculum ed i precedenti penali del dipendente, al fine di verificarne l’idoneità alle mansioni, non solo, sul piano tecnico, ma, anche e soprattutto, su quello psico-attitudinale”.

“È persino superfluo ricordare che nel nostro caso sarebbe bastato una semplice richiesta di un certificato dei carichi pendenti per far emergere il passato, assai allarmante, dell’autista, ed evitare di esporre a tale grave rischio la vita dei minori coinvolti nell’attentato. Mi auguro – conclude il segretario dell’organizzazione sindacale – che lo scampato pericolo sia davvero lo stimolo per una riflessione più seria e profonda sull’importanza dei criteri di selezione degli autisti da parte delle società di trasporto, troppe volte trattati con colpevole superficialità dagli addetti al lavoro”.