“In Puglia la malattia è in crescita, ogni anno si registrano circa 180 nuove diagnosi, solo a Bari e provincia 1 nuovo caso a settimana. Nel Centro del Policlinico, riferimento regionale per la diagnosi, cura e trattamento delle infezioni da HIV, si seguono oltre 1000 pazienti”. Il professor Gioacchino Angarano, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’Università di Bari, tra i primi in Italia ad essersi occupato della malattia, lancia l’allarme.

L’Organizzazione Mondiale di Sanità stima che nel mondo ne siano affette oltre 36 milioni di persone, in Italia sono circa 130mila. “A fronte dei successi straordinari ottenuti con i farmaci antiretrovirali – sottolinea Angarano – l’attenzione sulle misure di prevenzione della trasmissione da HIV è andata progressivamente diminuendo, di conseguenza si osserva un numero considerevole di infezioni ogni anno, ormai stabile da oltre 5 anni”.

“La scarsa informazione – aggiunge – non porta ad accendere i riflettori sul problema e non sensibilizza la popolazione alla prevenzione. Oggi l’HIV è ancora un tabù. Se negli anni ’80 la patologia interessava prevalentemente i tossicodipendenti, che si scambiavano le siringhe, attualmente la trasmissione è per via sessuale e interessa prevalentemente i giovani di età compresa tra i 20 e 30 anni. Quando scoprono di aver contratto l’HIV, hanno già i sintomi della malattia, perché il virus ha ormai indebolito il sistema immunitario”.

Il team del professor Angarano contribuisce a svolgere un’attività di sensibilizzazione nelle scuole e di screening gratuito nelle piazze per meglio informare i giovani sui comportamenti a rischio che aumentano il rischio di contrarre l’HIV e le altre malattie sessualmente trasmesse.

“L’infezione da HIV ha una aspettativa di vita sovrapponibile a quella della popolazione non sieropositiva”, spiega Sergio Lo Caputo, infettivologo e presidente della SIMIT di Puglia e Basilicata (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali). La diagnosi e il trattamento, però, devono avvenire per tempo. Le numerose iniziative organizzate sul territorio servono quindi a favorire l’informazione e la prevenzione.

“Negli ultimi 10 anni si è passati da una terapia di 10 compresse al dì ad 1 compressa al giorno, inoltre chi è in trattamento efficace non può trasmettere l’infezione. Ma l’efficacia della terapia – conclude Lo Caputo – non deve far abbassare la guardia su uno dei big killer mondiali come il virus HIV responsabile di oltre 1 milione di morti ogni anno”.