Non è bastata la denuncia del consigliere del Movimento 5 Stelle, Mario Conca, a smuovere la sanità pugliese. La 76enne di Valenzano, paziente oncologica, sarà costretta a recarsi a Napoli per effettuare una Pet, visti gli 8 mesi di attesa dati dal Policlinico di Bari.

“Il figlio della signora ha prenotato l’esame per giovedì prossimo e l’accompagnerò io personalmente in segno di scuse a nome di tutta la Puglia”. Così il consigliere risponde al dg del Policlinico, Giovanni Migliore, e al governatore Michele Emiliano, che hanno definito falsa la denuncia fatta dal pentastellato la scorsa settimana.

“Migliore ha detto che il tempo massimo di attesa per un esame diagnostico programmato – continua Conca – è di 180 giorni e non di 240. E questo dovrebbe rassicurare i pugliesi? Sei mesi sono una infinità se pensiamo che si tratta di esami prescritti per sospetti tumori. Il dg nel caso specifico si è preso anche l’impegno di controllare personalmente la situazione della signora, ma ad oggi nessuno l’ha cercata ai numeri che gli avevo passato. Spero che mantenga la parola data, ma il problema è che non parliamo di un caso isolato”.

Conca denuncia anche il caso di una paziente quarantenne, che ha subito un’isterectomia ad aprile dello scorso anno e a cui il medico ha prescritto con urgenza una PET, dopo aver fatto una TAC per indagare sulle cause dei dolori lancinanti postoperatori. Un esame che, afferma il consigliere cinquestelle, le è stato prenotato al Policlinico per il 12 agosto 2019.

“La signora – incalza il pentastellato – è disperata. Peccato che a Emiliano sembra non interessare il problema delle liste d’attesa, dal momento che sono anni che non se ne occupa. Attendiamo fiduciosi la delibera di Giunta promessa da settimane, ma il timore è che sarà un provvedimento annacquato fatto per non spaccare ulteriormente la sua maggioranza e non mettersi contro i medici”.

“Nel frattempo – conclude – i pugliesi per curarsi sono costretti ad andare fuori regione, aumentando i costi della mobilità passiva, sobbarcandosi i costi sociali e sottoponendosi a viaggi rischiosi per chi è già in precarie condizioni di salute, come la signora Rosa”.