Postino imbuca in un’unica cassetta delle lettere quattordici missive indirizzate ad altrettante persone. Succede sulla provinciale Adelfia-Ceglie, ma la cosa più incredibile della faccenda è la risposta data all’utente dall’impiegato dell’Ufficio postale del quartiere Montrone: “Che cosa vuoi da me fratello mio? Tienile tu e poi si vede”.

Finora non si è visto proprio un bel niente e quattordici cittadini che hanno la colpa di vivere ai chilometri 1, 2, 4 o 5 della provinciale, non hanno ancora ricevuto la loro corrispondenza. C’è qualcuno che aspetta notizie da un’azienda sanitaria toscana o dall’ambulatorio di ginecologia di Adelfia, altri non hanno ricevuto una bolletta, ma non manca l’automobilista beccato dall’autovelox della Polizia Locale di Sannicandro in attesa della multa.

Dati sensibili, insomma, scaricati nella prima cassetta disponibile, senza riuscire nemmeno a rimediare all’errore. Alla faccia dell’efficienza e della legge sulla privacy. L’utente ci ha chiesto aiuto per riuscire a rintracciare i veri destinatari delle comunicazioni. Solo un mese fa il sindaco di Adelfia, Giuseppe Cosola, aveva scritto a Poste Italiane. Il primo cittadino chiedeva maggiore rispetto per gli utenti, essendo le lettere consegnate a singhiozzo e spesso con notevole ritardo.

Il messaggio evidentemente non è arrivato forte e chiaro, oppure il postino di turno lo ha interpretato con eccesso di zelo, inondando di buste la cassetta del cittadino, magari a compensazione di periodi in cui la posta non gli è stata consegnata o di quelle altre volte in cui le sue lettere sono state affidate a qualcun altro. Il problema c’è ed è reale, al netto delle spiegazioni fornite in passato da Poste. Per essere pragmatici ai residenti della provinciale Adelfia-Ceglie, non resta che contattarci in modo tale da provare a recuperare la corrispondenza consegnata al “vicino” di casa.