Nessuno, soprattutto noi, mette in discussione il sacrosanto diritto alla proprietà privata. Il codice civile in particolare, articolo 832, sancisce che “il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico”.

Quanto però accaduto oggi in via Zanotti Bianco, nel suolo coincidente con il cortile interno del plesso di scuola dell’infanzia e primaria Montello, fa storcere il naso a non poche persone.

Come cominciano tante fiabe, c’era una volta un terreno di proprietà della famiglia Di Cagno Abbrescia e c’era il Comune di Bari ma anche una scuola pubblica, la Montello dell’Istituto comprensivo Massari Galilei, che usava questo terreno come parcheggio e nei mesi estivi, per le attività didattiche esterne.

Poi la famiglia Di Cagno Abbrescia ha deciso che la situazione non andava più bene e si è rivolta ai Magistrati che, nel pieno rispetto dei tempi della giustizia, hanno emesso una prima sentenza nel Marzo del 1992 (sentenza n° 864) ed una successiva nel Giugno del 2018 (sentenza n° 2614): il terreno doveva tornare ad essere goduto in modo pieno ed esclusivo alla famiglia.

Ma dal 1995 al 2004, in piena battaglia di carte bollate, sulla poltrona di Sindaco sedeva proprio Simeone Di Cagno Abbrescia che ricopriva contemporaneamente le due parti del processo: accusato e accusatore; una situazione che neanche il re Salomone avrebbe potuto risolvere.

Morale della favola, oggi il terreno è stato delimitato per volere degli stessi proprietari levando alla scuola la fortuna di utilizzarlo e da oggi, i docenti ed i genitori ma anche gli studenti dell’università della terza età, saranno obbligati a cercare altrove un posto per parcheggiare con evidenti inconvenienti. In zona non è facile trovare parcheggio, quei pochi saranno occupati, si creeranno ingorghi da parte dei genitori che lasciano o prendono i figli e magari chi frequenta l’università deciderà di andare da un’altra parte. Qualcuno non riesce a dare una spiegazione alla storia soprattutto perché il terreno non è edificabile.

Vogliamo fare qualche maliziosa ipotesi? Magari vogliono creare un disagio perché poi potranno vendere al Comune questo terreno, adatto ad una partita di pallone senza troppe pretese, ad un prezzo maggiore di mercato? Magari sanno che sotto questo terreno c’è un giacimento di petrolio? Magari in un futuro ci passerà la ferrovia oppure apriranno un centro commerciale? Magari qualcuno aveva frequentato la Montello con scarsi risultati ed ha deciso di vendicarsi?

Scherziamo su quella che è una situazione seria dove le parti hanno un piccolo concorso di colpa. Il Comune avrebbe dovuto avvisare per tempo la dirigenza scolastica della Montello che c’era questo pericolo.

E la famiglia Di Cagno Abbrescia avrebbe potuto essere meno “impegnata” nel diritto di un pezzo di terra alla quale hanno rinunciato per anni e che di certo non gli cambia la vita.
Ma, lo ripetiamo, difendiamo il diritto della proprietà privata, così come difendiamo il diritto alla critica, che pioverà sulla famiglia Di Cagno Abbrescia ed anche sul Comune.
Chissà come si ripareranno da quest’acqua fastidiosa?