Il Pronto Soccorso dell’ospedale Fallacara di Triggiano è pericoloso, non garantisce la necessaria assistenza pur essendo il personale assolutamente competente e qualificato. Il 26 ottobre scorso, 24 operatori sanitari del Pronto Soccorso dei reparti di lungodegenza, malattie infettive e psichiatria hanno scritto ai vertici della Asl di Bari per chiedere di trasformare il Pronto Soccorso in punto di primo intervento come previsto dal riordino della rete della emergenza regionale già da ottobre 2017.

La situazione è grave perché gli unici due reparti rimasti al Fallacara non assicurano i requisiti strutturali obbligatori per legge. Non solo. La Tac è stata messa fuori uso perché obsoleta, i pazienti critici devono essere trasportati al Di venere, a cui fa capo il Pronto Soccorso del Fallacara, o in altri presidi ospedalieri, la notte cardiologi e rianimatori sono in reperibilità e possono volerci fino a 45 minuti prima che riescano a raggiungere il presidio ospedaliero.

Sono gli stessi firmatari della lettera a definire l’assistenza offerta ai pazienti “oltre modo prolungata”. La conversione del Pronto Soccorso in punto di primo intervento, tra l’altro prevista nel piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia, sembrava essere cosa fatta a luglio scorso con un protocollo che sembra essere stato approntato negli anni precedenti e sembra ancora fermo presso la direzione sanitaria della Asl in attesa di delibera. Secondo quanto siamo riusciti a sapere, prima di essere arrestato, l’ex direttore generale Vito Monatanaro stava per firmare la delibera in seguito a una minuziosa relazione fatta dal Direttore Sanitario del Fallacara.

Non è la prima volta che il personale scrive alla Direzione Generale per sollevare le gravi criticità. I medici, tuttavia, non si limitano a sollevare il problema. Avanzano richieste precise e fanno proposte concrete.

LE RICHIESTE

  • Massima divulgazione alla popolazione ed ai medici curanti dell’attuale funzionamento del Presidio Ospedaliero Fallacara di Triggiano.
  • Blocco dell’accesso al nostro Pronto Soccorso dei mezzi del 118 perché l’intervento dell’ambulanza sul territorio non può effettuare una diagnostica differenziale sulle diverse criticità mediche; soprattutto per la presenza di Psichiatria, bloccare l’afferenza dei pazienti intossicati (farmaci, alcol, droghe, etc) e/o in agitazione psicomotoria in cui deve essere esclusa una causa organica: a tal proposito si sottolinea l’assenza di un protocollo condiviso sull’emergenza/urgenza del paziente psichiatrico, sia per gli aspetti di gestione clinica che soprattutto di quella organizzativa – rapporti con il 118, con le Forze dell’ordine, con i CCSSMM, con gli altri SSPPDDCC – vista la nota carenza dei posti letto e la necessità di trasferimenti di lunga percorrenza.
  • Trasformare il Pronto Soccorso in un punto di primo intervento come previsto dal riordino regionale.

LE PROPOSTE

  • Che il Pronto Soccorso sia equiparato a quello di un Punto Fisso, in attuazione del Piano di Riordino ospedaliero, visto che l’attuale assetto organizzativo non è quello di un Ospedale: mancano i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici
  • Che i reparti siano allocati in Presidi ospedalieri idonei
  • Che il paziente critico che afferisce con mezzo proprio al Pronto Soccorso, venga trasportato dal SEUS 118 nel Presidio Ospedaliero più idoneo
  • Che il paziente non critico, che necessiti di accertamenti e cure, venga trasportato, da parte del pronto soccorso, ed affidato all’Ospedale Di Venere, in quanto unico presidio
  • Nelle more che attualizzino tali cambiamenti, presenza in loco h24 di cardiologi e rianimatori

Sarebbe doveroso da parte dei dirigenti dell’ospedale e dell’Asl spiegare le ragioni per cui quel Pronto Soccorso è ancora aperto o quanto meno non sia stato riconvertito in punto di primo intervento.

C’è da chiedersi quando si attueranno le leggi regionali vigenti e quanto altro tempo i cittadini e gli operatori sanitari dovranno attendere per conoscere le effettive ragioni di questo ritardo che fa correre rischi gravi sia ai pazienti che agli operatori.

Abbiamo ritenuto doveroso prendere in considerazione il grido di allarme degli esperti  professionisti e per questo siamo andati con la nostra telecamera al Fallacara di Triggiano. Seppure con grande imbarazzo o senza sapere di essere ripresi dipendenti ed ex dipendenti della struttura sanitaria affermano quanto riportato nella lettera.