La prassi è particolarmente diffusa, in molti casi sorge persino il dubbio possa trattarsi di compravendita di pazienti. I protagonisti della vicenda che vi raccontiamo scongiurano sia questa la circostanza. Dal canto nostro ci limitiamo ad evidenziare i fatti. Dal 31 ottobre scorso il dottor Luigi Aprile, medico di famiglia con studio in via San Lorenzo, va in pensione e per questo il suo nome viene cancellato dall’elenco della Asl, non essendo più convenzionato con il Sistema sanitario nazionale.

La settimana che precede la chiusura dell’attività convenzionata, però, succede qualcosa che fa riflettere diversi colleghi. Dal 22 ottobre scorso, infatti, il numero dei pazienti del medico diminuisce vistosamente di giorno in giorno. Passa dai 1176 a 857 del 30 ottobre. Siamo all’ultimo giorno utile per fare il conteggio, prima della cancellazione. Niente di straordinario, in virtù del fatto che i pazienti hanno iniziato a migrare verso un altro medico. Non uno qualunque, però. Si tratta del dottor Sergio Walter Panebianco.

I pazienti di quest’ultimo, al contrario di quanto accade per Aprile, passano negli stessi 15 giorni dai 337 del 22 ottobre agli 836 del 6 novembre. Una interessante coincidenza. Panebianco, che si è spostato a Bari da Noicattaro, ha il suo studio in via Monfalcone, a pochissima distanza da quello del collega. Sono così vicini, che già da alcune settimane Panebianco sostituisce Aprile, anche per più di un giorno continuativamente.

Facile ipotizzare si sia trattato di un modo per agevolare la scelta dei pazienti. La sera del 5 novembre siamo stati nello studio di Aprile, non più convenzionato da alcuni giorni e con sorpresa abbiamo trovato Panebianco a visitare, mentre all’esterno c’era ancora la targa dell’ex titolare. In bella mostra la scritta della convenzione col Servizio sanitario nazionale. Venti minuti dopo il nostro intervento, però, la targa è stata coperta in maniera grossolana, probabilmente essendosi resi conto di stare in una situazione ambigua.

Il dottor Panebianco e la sua assistente, che ringraziamo per non essersi sottratti, hanno risposto alle nostre domande. Assicurano di aver chiesto le autorizzazioni necessarie a svolgere quell’attività. Non ne dubitiamo, così come siamo certi la cosa sarebbe accertata anche da un meticoloso controllo da parte delle autorità competenti. Nell’intervista, però, appare un altro elemento meritevole di un approfondimento. L’assistente del medico fa il nome e cognome di un’altra dottoressa di famiglia, al centro dell’ennesimo exploit di iscritti. Più volte sono stati sollevati dubbi sulle prassi che portano i pazienti a muoversi in blocco da un medico all’altro, anche 59 in un solo giorno.