Quattromila euro, 2.500 con lo sconto, per entrare in una delle ditte appaltatrici degli ospedali di Taranto (Martina) e Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo. Tanto vale oggi per il venditore un posto di lavoro.

Protagonisti della telefonata allegata all’articolo sono un disoccupato barese e una “suora”, almeno così viene chiamata durante la conversazione. Il disoccupato è titubante, quasi ha paura di andarsi a ficcare in una situazione pericolosa, ma la suora lo rassicura. “Ti sto facendo un favore grande grande – dice – perché gli altri hanno dato 4mila euro, anzi se qualcuno ti chiede devi dire che hai dato 4mila”.

A San Giovanni il lavoro al Cup è certo, su Taranto, invece, le diranno presto notizie più precise, ma in quel caso si tratterebbe di fare le pulizie. Il tutto si concretizzerà entro fine mese, perché le hanno detto il 10 dicembre si inizia. Nella telefonata si fa riferimento ad una altro ragazzo, pronto a pagare pur di lavorare. La suora fa nomi dell’azienda e quelli di una persona: “il presidente”.

Non sappiamo se la suora millanti la possibilità di vendere il lavoro, se ci sia qualcun altro che smezzi la presunta mazzetta o se i vertici aziendali conoscano questa storia. Ciò che traspare è la determinazione della venditrice nel voler chiudere l’affare. Prima chiede al disoccupato, impossibilitato a procurarsi i soldi in poche ore, se può farseli prestare dal fratello, poi si offre di anticiparli prima di partire “perché ho preso la pensione oggi”, spiega.

La donna è pronta a intascare il contante, incontrando il disoccupato a metà strada: Santo Spirito o Molfetta. Ogni particolare è minuzioso e sembra frutto di una consuetudine.

Restiamo a disposizione di quanti volessero avere spiegazioni o fornire precisazioni. Crediamo sia una prassi deprecabile, pur non essendoci a quanto pare il coinvolgimento di enti pubblici o dipendenti di questi ultimi. Abbiamo modificato le voci dei protagonisti, ma non alterato i contenuti, in modo che ognuno possa farsi una propria idea.