Non chiamatelo “ospedaletto”. Da due anni, forse più, con questo appellativo abbiamo pubblicato una trentina di testimonianze sui disservizi “offerti” dall’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Mai, e quando intendiamo mai vogliamo proprie dire mai, abbiamo addossato le responsabilità di quanto succede sulle sole spalle del personale.

Sì, perché di spalle in quel nosocomio ce ne sono decisamente poche rispetto a quante dovrebbero essercene. Mamme e papà infuriati per le lunghe attese, di qualunque tipo (consulenze, visite negli ambulatori, pronto soccorso, interventi operatori) devono sapere di chi sono le responsabilità. La cosa certa è che sono da ricercare nella disastrosa gestione della sanità regionale, non certo nei reparti dell’ospedale o di ciò che ne rimane.

Da quando è sparito di scena il pediatra Del Vecchio, al quale era stato affidato il sogno di far diventare il Giovanni XXIII il “Gaslini” del Sud, defenestrato nonostante le sue competenze e ciò che di buono aveva iniziato a fare, le cose sono andate man mano peggiorando. Una bomba ad orologeria, ormai innescata, destinata ad esplodere nei prossimi giorni.

I numeri sono impietosi. Per avere un intervento chirurgico a chi non è in pericolo di vita le liste di attesa sono interminabili, sebbene in Chirurgia lavorino 13 medici: tutto solo perché mancano gli anestesisti. Una Urologia pediatrica ridotta al lumicino, con soli 2 medici oltre al primario costretti a turni massacranti e impossibilitati a operare per mancanza oltre che di anestesisti anche di operatori. Al pronto soccorso i medici dovrebbero essere 9, e invece sono appena 7, mentre il reparto di Pediatria tira avanti con addirittura 4 medici su 10. Il laboratorio di analisi dispone di soli 2 biologi.

Come se ciò non bastasse, molti reparti sono ancora senza un primario: la Neurologia, la Nefrologia e Dialisi e le Malattie Infettive sono da molti anni di fatto senza un direttore, essendo stata affidata la direzione ad interim ad un primario universitario, spesso del Policlinico, di fatto del tutto assente. Si fanno dei concorsi per assumere dei medici per la Urologia e la Rianimazione e vengono dirottati tutti al Policlinico, senza che nessuno di questi arrivi al Giovanni XXIII.

Mancano i reperibili in molti reparti, dove pochissimi medici idonei alle guardie reggono da soli tutto il carico di reperibilità dell’intero mese, coprendo 10-15 turni di notte al mese. Alcuni dei reparti più importanti, inoltre, quali il Laboratorio e la Radiologia sono realmente operativi solo dal lunedì al sabato e solo dalle 8 alle 20. Per il resto della giornata e nei festivi c’è da chiamare il reperibile. Ben che vada occorrono varie chiamate, “contrattazioni” telefoniche e molti minuti prima che il reperibile arrivi in ospedale. Non solo.

L’otorino e l’odontoiatra sono presenti solo dalle 8 alle 14 dei giorni feriali, mentre il dermatologo, il chirurgo toracico e il neurochirurgo non ci sono proprio, quindi i pazienti devono essere inviati al Policlinico oppure devono aspettare che lo specialista arrivi dal Policlinico, ammesso che non sia impegnato in altre consulenze o sala operatoria e sempre che ci siano ambulanze a sufficienza. Si potrebbe ovviare a tutti gli inconvenienti avendo personale e ambulanze a sufficienza, ma la decisione è troppo semplice per essere presa, in un ospedale dove manca chi prenda decisioni.

La grave carenza di personale riguarda ovviamente anche gli infermieri. Tutto è bloccato in attesa di concorsi ancora da espletare che richiederanno svariati anni. Nel frattempo alcuni infermieri sono passati alle ASL sul territorio in mobilità, altri a tempo determinato sono andati persi e il sistema è in pratica alla paralisi. Senza contare che tra possessori di legge 104, personale a mezzo servizio (impossibilitato a lavorare la notte o con turni agevolati) e un certo assenteismo finora tollerato, non c’è verso di far cambiare le cose.

La situazione al Giovanni XXIII è semplicemente disastrosa e l’Ospedale è in asfissia, con alcuni reparti più di altri letteralmente al collasso. Disfunzioni nate nel decennio targato Dattoli, ma le cui ricadute sul Pediatrico dureranno anni. Altro che Gaslini del Sud. Manca l’autonomia al Giovanni XXIII, ma manca anche solo un direzione strategica che possa prendere le decisioni giuste al momento giusto.

Esiste un nuovo Direttore Generale, Giovanni Migliore, che dovrebbe farsi carico fino al momento dello scorporo dell’ospedale pediatrico tanto del Policlinico quanto del Giovanni XXIII, che speriamo ponga rimedio e queste ataviche carenze ora diventate delle vere emergenze assistenziali. Comunque prima di prendervela con un medico o un infermiere del Giovanni XXIII, pensate a ciò che state leggendo.