Personale ridotto all’osso e poca sicurezza. È la dura denuncia del direttore del Dipartimento di Dipendenze Patologiche di Bari, Antonio Taranto che, a causa della situazione ormai insostenibile, ha deciso di rassegnare le dimissioni.

“In servizio sono rimasti un solo psichiatra, un medico con limitazione da parte del medico competente, uno psicologo a tempo pieno, uno psicologo convenzionato a 18 ore settimanali e nessun educatore – scrive il direttore in una lettera – il SerD di Bari è ingovernabile”.

Negli ultimi tre anni si sono succeduti una serie di pensionamenti e trasferimenti senza che ci fossero le necessarie sostituzioni: hanno lasciato il SerD Bari due psichiatri, una psicologa, una educatrice e due sociologi. Perdite che hanno costretto il direttore ad adottare una serie di misure d’emergenza: per esempio il suo impiego diretto nell’attività ambulatoriale, oppure l’utilizzo del personale del SerD di Giovinazzo (psicologo, educatore e medico) con conseguente riduzione assistenziale nel territorio del nord barese.

“Se consideriamo che il Servizio per le Dipendenze patologiche di Bari è il risultato della fusione dei SerD di Bari Centro, Bari Japigia e Bari Poggiofranco – fa notare lo stesso direttore – e che ciascuno dei quali doveva avere 2 medici, due psicologi, due educatori, due infermieri e due assistenti sociali, è ancora più chiaro il quadro della tragica difficoltà in cui versiamo. L’uscita della dottoressa Tambone senza previa sostituzione è la ferita che non doveva esserci”.

“L’attività ambulatoriale che, con molta fatica (e molto rischio dello scrivente che ha esposto alla Questura numerose denunce a utenti facinorosi), ha raggiunto una relativa gestibilità, è nuovamente compromessa perché l’attività psicologica terapeutica e di sostegno è un’attività essenziale. A tutto ciò aggiungo le osservazioni e i suggerimenti proposti dal gruppo che ha curato la redazione del Documento di Valutazione del Rischio del DDP, che ha attribuito un codice “rosso” proprio al rischio “stress lavoro-correlato” in virtù delle caratteristiche tipiche dell’utenza che frequenta i SerD”.

“È evidente – aggiunge – che ogni sforzo dello scrivente e di tutti gli operatori che lo hanno accompagnato nell’impresa titanica di trasformare un SerD, che era teatro di abusi e soprusi di utenti malavitosi, in un posto di cura degno di tale nome, non può essere più sostenuto. Mancano i presupposti fondamentali della sicurezza, che non sono rappresentati da cancelli e vetri antiproiettile e neanche dall’incremento di ore di vigilanza armata, da metal detector, da trattamenti coatti, o da fiumi di metadone da distribuire a dispetto delle norme contenute nel DPR 309\90″.

“Occorrono operatori preparati e motivati. Noi li stiamo demotivando ed io sono costretto a prendere atto della situazione e, ritenendo che siano venuti a mancare i presupposti per gestire in sicurezza il dipartimento, sono costretto a rassegnare le dimissioni a conclusione del periodo di due mesi di ferie di cui intendo fruire da subito, per cui chiedo al dr Chierico, direttore SC DDP BA Sud di sostituirmi nella funzione di direttore del dipartimento. Con dolore profondo – chiosa il medico – porgo distinti saluti”.