Una mamma porta sua figlia al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII, per tutti l’ospedaletto di Bari. Sono le 10, alle 13 non è stata ancora visitata. La bambina ha avuto per quattro giorni la febbre alta. Il medico di famiglia e quello di guardia non ci sono. È lunedì, la giornata peggiore, a maggior ragione nei mesi di luglio e agosto, quando la medicina territoriale funziona meno del solito.

Nell’ambulatorio c’è solo un medico di turno. Avete capito bene. Un solo medico visita tutti, cercando di non commettere errori, di diagnosticare correttamente o di convogliare i piccoli pazienti altrove per essere sottoposti ad esami specifici. Apriti cielo nel caso dovesse essere necessario il ricovero. Non sono medici, ma eroi. Un solo medico di turno tutte le mattine a luglio e agosto. Hanno tutti il sacrosanto diritto di godere del meritato riposo. Amen.

Stamattina, poi, un solo infermiere si occupa del triage, assegnando le priorità. La gente si accumula, i pazienti piangono, fa un gran caldo. La situazione è insostenibile. “Sono stravolta – spiega la donna -. Era la prima volta che mi capitava di portare mia figlia in quell’inferno, ma non avevo alternative. D’estate sembra che la gente non possa ammalarsi perché il personale è insufficiente, mentre il presidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità, Michele Emiliano, insieme a tutto il Consiglio si è preso 5 settimane di vacanza. Una vergogna senza fine. Avrebbe dovuto esserci, diversamente non può capire. Ho letto in passato che di quell’ospedale si vuole fare un polo di eccellenza. Quante parole vuote. Oggi mia figlia è stata più di tre ore prima di essere visitata, ed è stata fortunata a non dover aspettare sette ore come letto in altre circostanze. Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere. Solidarietà a tutto il personale che opera in condizioni disumane in quel pronto soccorso, che rischia di essere aggredito in ogni momento”.

Il fatto che manchino medici e infermieri non è un’invenzione nostra o della mamma esasperata di turno. Lo hanno denunciato Cgil e Cisl, erano intervenuti in prima linea gli infermieri, la Fials aveva chiesto l’intervento del Prefetto. Tutte lettere morte e sepolte, mentre genitori, piccoli pazienti e operatori sanitari vengono lasciati soli in quella bolgia. Buone vacanze alla politica e alle istituzioni, responsabili di questa barbarie, sempre più latitanti nel momento del vero bisogno.