Non un’avventura, ma un sogno vero e proprio, realizzato con tutti i crismi. Ai campionati mondiali di robotica, in Canada, i ragazzi della Tommaso Fiore di Bari hanno fatto la loro splendida figura; è vero che non hanno trionfato, ma se sono stati chiamati sul palco a premiare i vincitori, un motivo evidentemente c’è. Basta pensare che all’inizio non c’erano neppure i soldi per partire, raccolti all’ultimo momento con grande fatica e determinazione, per rendersi conto di quanto importante sia il risultato raggiunto.

A vincere su tutti è stata la formazione di Israele, capace di mettere in riga perfino i russi e addirittura Cina e Giappone, le formazioni più temute dai nostri ragazzi prima di partire per Montreal, dove hanno vissuto un’esperienza che ricorderanno per tutta la vita, al di là del piazzamento, non reso noto dalla giuria oltre il terzo posto perché, questo il senso, al di là del risultato conta quello che i ragazzi hanno imparato.

Determinante ai fini della competizione, inutile negarlo, la perfetta conoscenza dell’inglese, che un po’ ha li penalizzati insieme alla inevitabile tensione. Del resto, la squadra della Tommaso Fiore era anche la più piccola d’età rispetto alle 25 nazioni presenti.

La competizione prevedeva anche la creazione dei così detti super team, formati da più squadre che insieme dovevano preparare uno spettacolo nuovo, utilizzando almeno un robot di ogni nazione programmato da zero appositamente.

All’Italia sono toccate l’India e la Slovacchia. La sinergia che si è venuta a creare con gli avversari-compagni è un altro tassello di questa importante esperienza che i ragazzi porteranno dentro per tutta la vita, insieme al susseguirsi di emozioni vissute durante questo viaggio unico.

L’essere saliti sul palco per premiare i vincitori rappresenta dunque un grande riconoscimento per questi ragazzi, chiamati a rappresentare con onore l’Italia e che della loro nazione hanno sempre esposto con orgoglio la bandiera. Mentre scriviamo, la squadra è in viaggio da Roma verso Bari. Ben tornati ragazzi, e ben fatto.