“Un progetto che non approviamo, perché invece di alleggerire l’arteria la renderebbe caotica, assordante, con un inquinamento ambientale incredibile e quindi contro ogni principio della mobilità sostenibile. Purtroppo a Bari la Pianificazione si rivela un processo difficile da realizzare”. Danni ambientali a cittadini e flora, nessun beneficio a favore dei residenti e agli automobilisti, Legambiente è contraria a quella che diventerà via Amendola dopo i lavori di allargamento.

“Abbiamo passato due ore passeggiando nel tratto da viale Einaudi fino alla rotatoria ss100 – scrivono su facebook i vertici del circolo barese -. Il flusso delle auto era molto lento in uscita da Bari a causa della presenza della stessa rotatoria che bloccava le auto in uscita dalla città. Era evidente come con un semplice calcolo matematico se consideriamo una strada a doppie corsie di marcia l’inferno diventerebbe letale, soprattutto per le ambulanze che spesso percorrono quel tratto di Via Amendola”.

“La pianificazione – spiegano – dovrebbe assicurare il minor consumo di risorse, gli standard più elevati di efficienza energetica e la riduzione di emissioni, soprattutto in ambito urbano (mitigazione), fornendo informazioni chiare ai politici, agli investitori e ai cittadini attraverso soluzioni che considerino le specificità locali”.

“In Europa 3 persone su 4 risiedono in aree urbane e molte di queste città sono situate in zone potenzialmente a rischio, come la nostra città. Pianificando la trasformazione – prosegue Legambiente – l’espansione o la ristrutturazione delle aree urbane e rurali, l’impatto delle scelte di piano sugli aspetti ambientali e climatici dovrebbe sempre essere valutato”.

“Qualsiasi azione volta ad intervenire sul territorio dovrebbe essere ’clima-consapevole’ e sostenibile in modo da salvaguardare le risorse naturali e aumentare la sicurezza. Nella pianificazione per l’adattamento ai cambiamenti climatici non è solo importante anticipare il fenomeno con un’opportuna conoscenza e valutazione dello stesso, è altrettanto fondamentale reagire ad esso – conclude l’associazione – con la messa in sicurezza di quelle porzioni di territorio che potrebbero essere potenzialmente soggette ai pericoli”.