Il carcinoma mammario con recettori ormonali positivi (HR+), uno dei più diffusi (fino al 70 per cento di chi è affetto da tumori mammari metastatici), può essere curato con opportuni farmaci, persino meglio di quanto faccia la chemioterapia e con meno effetti collaterali.

I farmaci a bersaglio molecolare, con gli inibitori del pathway o di mTOR e delle cicline kinasi-dipendente (CDK 4/6) sono in uso ormai da oltre un anno, ma in Italia non vengono ancora impiegati in maniera massiva.

Esperti medici ed oncologi provenienti da Puglia, Basilicata e Campania, hanno fatto il punto della situazione, anche attraverso l’analisi di specifici casi clinici, in un convegno organizzato a Trani. Si tratta di farmaci che hanno modificato radicalmente l’approccio al trattamento del tumore.

Sulla questione, tanto cara alle migliaia di donne che combattono questa tipologia di cancro, abbiamo sentito il dottor Vito Lorusso, direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Medica all’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari.