“Vivere non è trascinare la vita. Vivere è abbandonarsi come un gabbiano all’ebbrezza del vento”. Le parole di don Tonino Bello, accompagnate dalla musica di Felice Spaccavento, risuonano come un mantra, appena papa Francesco ha terminato la Santa Messa nel porto di Molfetta.

La canticchiano a più riprese centinaia di fedeli, soprattutto quelli originari di Molfetta che ben conoscono e spesso hanno sentito quelle note e soprattutto quelle parole. Si tratta di “Dammi, Signore, un’ala di riserva”, una delle poesie più conosciute e significative del “Servo di Dio” originario di Alessano.

Ad eseguirla, in occasione della visita del Santo Padre, c’era proprio lui, Felice Spaccavento, rianimatore dell’ospedale di Corato. Quando don Tonino Bello viveva i suoi ultimi mesi di vita, fu lui a trasformare in musica le parole forti e dense di significato di quello che lui stesso definisce “il mio prete”

“Un’emozione forte, oggi ancora di più – racconta Felice – Tramite la mia musica il Papa, i giovani e i malati riascolteranno le sue parole. Don Tonino Bello era una grande figura, faceva pensare i cattolici e innamorare i laici. Quei mesi con lui mi hanno segnato”. Quella canzone è nata quasi per caso, durante la marcia della pace: “È un messaggio di speranza, specie per i malati oncologici che possono avere la forza che ha avuto don Tonino di affrontare e superare la malattia”.