Viaggiare sui mezzi pubblici dovrebbe essere l’alternativa più semplice per chi non ha un’auto propria o non può utilizzarla. Purtroppo questa regola conosce molte eccezioni per chi deve confrontarsi quotidianamente con la disabilità e con le barriere architettoniche.

Quella che vi stiamo per raccontare è la disavventura capitata alla famiglia di una ragazzina disabile di Palo del Colle che doveva raggiungere il Policlinico di Bari per accertamenti medici. Il papà della piccola ci descrive come un breve spostamento su un treno delle Ferrovie Apulo Lucane possa trasformarsi in un vero e proprio viaggio della speranza, in una corsa agli ostacoli ricca di imprevisti.

L’Odissea inizia a Palo. Madre e figlia vivono tappa dopo tappa enormi disagi, prima schiacciate come sardine nella carrozza ferroviaria, poi costrette a chiedere aiuto a causa della scala mobile non funzionante alla fermata Policlinico. Conclusa la visita e tornate a Palo le difficoltà proseguono: il mezzo è troppo vecchio per essere in linea con la passerella, così resta fermo sul secondo binario. Solo la gentilezza di due guardie giurate permette alla piccola di attraversare le rotaie.

“Bisogna organizzare il viaggio con anticipo” questa è stata la risposta data dagli addetti della stazione di Bari e Palo alle lamentele della mamma. Parole tanto dure da innalzare quei muri che la città dovrebbe distruggere. La libertà di muoversi o semplicemente di raggiungere un ospedale dovrebbe essere un diritto per tutti, abili e diversamente abili. Una visita programmata all’ultimo momento non può essere preventivata perché in caso di annullamento richiederebbe mesi di attesa.

La speranza è che i vertici della Fal possano ascoltare le richieste di questo papà che come tanti combatte ogni giorno per i propri figli speciali. La disabilità non deve essere considerata un punto fermo, ma un punto di partenza.