L’istituzione di una Zona Economica Speciale barese è stata al centro dell’incontro avvenuto questa mattina fra una delegazione della commissione Sviluppo Economico del Comune di Bari e il presidente dell’Autorità Portuale dell’Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi.

L’obiettivo era individuare i prossimi passi da compiere a livello non solo amministrativo, ma anche e soprattutto politico, per sfruttare al meglio quella che si presenta come una grande opportunità di sviluppo.

Le Zes, introdotte nel cosiddetto Decreto Sud, sono una delle misure pensate per favorire la crescita economica nelle aree del Mezzogiorno: in sostanza individua una zona del Paese, collegata ad una area portuale, destinataria di importanti benefici fiscali e semplificazioni amministrative, che consentano lo sviluppo di imprese già insediate e che si insedieranno, attraendo anche investimenti esteri.

“Le zone economiche speciali possono essere una grande opportunità per Bari – fa notare Giuseppe Carrieri della commissione comunale – Dobbiamo però stabilire esattamente quali poteri e quali vantaggi vogliamo attribuire alle Zes, specialmente in materia di tasse locali”.

Il percorso che porterà alla Zes, però, è anche ricco di insidie, come per esempio quello rappresentato dalle Zls: “Bisogna fare chiarezza perché le Zes servono soprattutto per recuperare il gap che i porti meridionali hanno rispetto a quelli settentrionali – spiega Ugo Patroni Griffi – Devono essere chiari e netti i vantaggi attribuite alle Zes del sud”.

Uno degli snodi fondamentali per attirare maggiori investimenti al sud è rappresentato dall’istituzione di vere e proprie zone franche: “Le Zes potrebbero essere arricchite con zone caratterizzate da vantaggi doganali – sottolinea Ugo Patroni Griffi – Chi viene a investire nel meridione deve sapere di avere un interlocutore stabile, non condizionato dalla politica, e con una burocrazia semplificata”.