Punti di Primo Intervento Territoriale, ci risiamo. Chiamatela pantomima, chiamatela tragedia greca o se preferite, chiamatela sceneggiata napoletana, fatto sta che il 15 mattina, nel Comando della Polizia Locale a Bari, è in programma un incontro tra la direzione generale della Asl e i sindaci dei Comuni interessati. Già la sede dell’incontro fa ipotizzare il ricorso alle Forze dell’Ordine per tenere a freno gli animi, ma questo è un altro discorso.

Motivo del vertice, la chiusura (tanto per cambiare) dei PPiT dal 1° gennaio. Questo significherebbe che a Mola, Giovinazzo, Locorotondo, Alberobello, Polignano, Ruvo, Bitonto, Santeramo, Rutigliano, Grumo, Noci, Conversano e Castellana, per mettere due punti al dito tagliato di una bambina, i genitori dovranno chiamare il 118 oppure portarla al Pronto Soccorso più vicino. Sapete com’è, bisogna risparmiare.

Per quanto ci è dato sapere, il criterio in base al quale la Asl deciderà di abbattere la sua scure è quello degli accessi, ovvero a salvarsi saranno solo i Punti di Primo intervento Territoriale con oltre 6mila prestazioni registrate. In quest’ottica, resterebbero aperti solo Bitonto e Mola, con un punto interrogativo su Alberobello, Polignano e Giovinazzo, in particolar modo per quanto riguarda la stagione estiva, periodo di massimo afflusso e maggiore necessità.

Della questione ci siamo occupati più volte in passato, anche per le stesse rimostranze del personale sanitario, come successo per il bambino di 18 mesi che ha rischiato di morire a Santeramo, del resto il destino dei PPiT più volte è stato oggetto di pensamenti e ripensamenti dal parte della Asl.

Gli animi nei territori interessati non sono affatto sereni, questo stillicidio di “notizie” sul futuro dei PPiT, con il lungo tira e molla della Asl, non giova a nessuno, nemmeno ai vertici della sanità pubblica: “Avevo avuto rassicurazioni e garanzie – ci ha detto il sindaco di Rutigliano Roberto Romagno – qua invece si vuole risparmiare sulla salute della gente. E pensare che per la nostra struttura sono stati spesi da poco diversi milioni di euro. Si devono trovare delle soluzioni adeguate, i risparmi vanno fatti in altri settori”.

“Prima di iniziare a gridare voglio vedere il provvedimento – ha commentato il primo cittadino di Grumo Michele D’Atri – è chiaro che se ci lasciano senza niente alzeremo la voce, se invece la chiusura del PPiT comporta il potenziamento di altri servizi quali la presenza di una medicalizzata completa, per esempio, il potenziamento del 118, così come ci era stato detto in una riunione precedente, allora valuteremo attentamente la cosa”.