Lavorare con il giubbotto o lo scialle sulle spalle, soprattutto in ambito medico, non è il massimo dell’igiene. Ieri nuovamente siamo tornati nel Poliambulatorio Asl del San Paolo, dove ci eravamo recati a novembre 2016.

La situazione non è cambiata. L’impianto di riscaldamento è rotto e per poter lavorare senza morire di freddo, non bisogna togliersi il cappotto, oppure è necessario munirsi di qualche coperta o, addirittura, una stufa elettrica.

L’unica cosa diversa, rispetto al 2016, è che Francesco Ferrante, l’infermiere che abbiamo intervistato l’anno scorso, ora è in pensione. Proprio dalla sua denuncia abbiamo potuto constatare il modo in cui sono costretti a lavorare al Poliambulatorio Asl al San paolo e la sua presa di posizione gli è costata cara. Oltre a molte pressioni da parte dell’azienda, l’infermiere è stato anche trasferito altrove.

“In estate in bichini e in inverno con la pelliccia – dice Ferrante – in queste condizioni non si può lavorare. Nonostante le innumerevoli richieste fatte all’amministrazione, pare che nessuno si muova. Molta gente è dovuta andare via per il freddo”.