Tra gli ospedali pugliesi quelli baresi sono i migliori. Questo è quanto emerge dal rapporto Agenas e Aress sulla “valutazione partecipa dell’umanizzazione nelle strutture di ricovero”, un progetto al quale ha aderito l’intera rete ospedaliera regionale pubblica e privata, per volere del governatore Michele Emiliano. Tutte le strutture della regione, però, sono lontane da standard accettabili di umanizzazione.

Nella provincia di Bari alcuni ospedali hanno superato il 7. Il Di Venere con 7.9 e l’Irccs “De Bellis” di Castellana Grotte con 7. La sufficienza è superata dal pediatrico Giovannii XXIII con 6.9, dal San Paolo 6.6, dal Miulli di Acquaviva 6.5, l’ospedale della Murgia 6.5 e il Policlinico 6.4.

Tutti gli ospedali sono stati esaminati con voti che vanno da 1 a 10. La media regionale è di 5.8 non raggiungendo così la sufficienza. Ma c’è un netto miglioramento in base alle statistiche del 2014 che vedevano la Puglia con un voto complessivo di 5.2.

I voti sono stati dati in base a un’attenta analisi, svolta tra giugno e luglio, in considerazione a 5 grandi aree tematiche: processi assistenziali e organizzativi orientati al rispetto e alla specificità della persona; accessibilità fisica, vivibilità e comfort degli ospedali; accesso alle informazioni, semplificazione e trasparenza; cura della relazione con il paziente e con il cittadino; sicurezza del paziente.

Gli aspetti valutati sono centinaia, come ad esempio: assenza di barriere architettoniche, punti di accoglienza, supporto psicologico, terapie intensive aperte, l’accesso di persone di fiducia del malato, strumenti di valutazione del dolore, partoanalgesia, rooming-in, separazione visiva dei posti letto, tutela della diversità linguistica e religiosa, facilità e chiarezza di accesso alle strutture, trasparenza documentale, procedure di governo clinico per la sicurezza del paziente.

Altri ospedali hanno superato la sufficienza come la Salus di Brindisi (7,4), il Santissima Annunziata di Taranto (7,2) e il Civile di Castellaneta (7,2).