Rosa Maria Scorese - coordinatrice del Circolo

“Crediamo in una comunità plurale e nel rispetto dei diritti garantiti a tutti dalla Costituzione italiana”. Con queste parole il Circolo di Libertà e Giustizia di Palo del Colle ha espresso il suo dissenso per l’evento omofobo e fortemente discriminante promosso dalla parrocchia “San Giuseppe” e dalle congregazioni connesse ad essa.

Prendiamo a prestito le parole di Don Gallo per schiarirci le idee ‘sto con i poveri e i reietti del pianeta, con gli scartati delle notti genovesi. Alle prostitute e ai trans che ogni tanto vengono a trovarmi, non porgo subito l’eucarestia e non cerco di convertirli. Prediligo la strada del perdono e dico loro: stanotte, vuoi fermarti a parlare con me?”

“Ancora una volta nel nostro paese si respira un malessere vigliacco, che si costruisce sulla pelle degli ultimi, dei più deboli, dei fragili, di chi è ai margini, sui frammenti della sottocultura dell’arroganza, di chi considera l’emarginazione come il frutto della fatalità e non il prodotto dell’ingiustizia, di precise scelte politiche, etiche, morali, religiose.
Ancora una volta nel nostro Paese si continua a uccidere la felicità, la vita, la speranza, il diritto alla giustizia e alla dignità umana”.

“Perché c’è troppo perbenismo di facciata, c’è la rete sommersa di chi ha parlato di censura del pensiero, di negate libertà civili, di inversione di rotta, di mafia. Come se il problema fosse la mafia e non la zona grigia dell’incuria e dell’ignoranza che l’alimenta.
Ebbene, non crediamo ai cristiani da salotto, come ha detto Papa Francesco. Dinanzi a chi pensa di avere capito tutto, noi cambieremo strada”.

“Perché è la strada dove ci incontriamo ogni giorno, quella strada che ci insegna a guardarci dentro, che ci spinge ogni giorno a mettere al centro la persona, le sue libertà, i suoi diritti. Perché ogni persona è vita, storia. Perché la diversità è il sale della vita e mai deve diventare avversità, come sostiene don Ciotti”.

“Sogno una chiesa non separata dagli altri che non sia sempre pronta a condannare ma sia solidale, compagna”. Le ricordiamo con profonda nostalgia, in questi giorni, le ultimissime parole di Don Gallo, mentre tentava di saldare il cielo con la terra, la solidarietà con i diritti, la dimensione spirituale con l’impegno civile. Il messaggio del vangelo e le pagine della Costituzione. Ricordiamo le sue mani blu e il suo impegno contro chi voleva schedare i rom, mentre oggi dallo stesso pulpito di qualche tempo fa, nel nostro paese, promanano messaggi intrisi di rancore contro i reietti della società, in nome di un dio dalle porte chiuse.

Crediamo fermamente, invece, che le porte vadano spalancate, con tenace e quotidiano impegno per riconoscere la verità, la libertà della persona, una libertà su cui bisogna sempre continuare a scommettere e non stancarsi di dare un’opportunità a tutti, donne, uomini, gay, trans, prostitute, fragili, emarginati, stranieri. Stare sempre dalla parte della dignità inviolabile della persona umana, come recita la Costituzione. Stare sempre dalla parte della legalità.