Dopo il pesante insulto sessista rivoltole sulla scheda durante il voto segreto in Consiglio comunale, Irma Melini ha affidato a Facebook il suo pensiero sull’accaduto e sul collega che si è nascosto dietro l’anonimato.

“Un gesto vigliacco, sessista, squallido, cattivo, – dichiara la Melini – che mi ha spiazzato e disgustato come donna e come consigliera. Un gesto che infanga l’Aula Dalfino, l’immagine del nostro Comune, l’immagine di una donna che si batte per il proprio territorio, che riesce a resistere e a farsi valere sempre e comunque. Vergogna. Non hai attaccato me. Hai attaccato tutte le donne che si battono per essere libere e per incidere in questa società, ma hai anche attaccato coloro che hanno scelto di restare un passo indietro, come le mamme, le mogli, le professioniste e le dipendenti che non appaiono, ma ci sono. Noi donne esistiamo sempre”.

“Quando il Presidente Di Rella – aggiunge – ha letto quelle terribili parole io ho pensato solo: perché? Perché così cattivo, perché sei seduto davanti a me e ti sei nascosto dietro un voto segreto? Perché ti siedi ancora a rappresentare i baresi dopo aver dimostrato di essere indegno? Sono stata sopraffatta da un pianto fragoroso e non liberatorio. Sarà liberatorio quando saprò chi è e mi sarò battuta per mandarlo via dal Consiglio comunale. Vergogna”.

“Fortunatamente, – continua ala Consigliera comunale – ancora una volta siamo noi donne che ci uniamo per difenderci, così ringrazio con il cuore le mie colleghe Francesca Contursi, Carla Palone, Carla Tedesco, Paola Romano, Alessandra Anaclerio e Anita Maurodinoia che non hanno perso un solo attimo per portarmi via da quell’Aula, indignate con me e come me”.

“Grazie ad Antonio Decaro – conclude Irma Melini – che ha stigmatizzato con fermezza questo gesto deplorevole e che con me cercherà il responsabile, che oggi ha infangato il Consiglio comunale. Grazie ai miei colleghi, che hanno scelto di far emergere il responsabile. Grazie ai politici, come Francesco Paolo Sisto, Alberto Losacco, Ignazio Zullo, Gino Perrone, che mi hanno chiamata e che mi hanno scritto per condannare questa infamità. Grazie a molte giornaliste e giornalisti, che ne vedono tante, ma che oggi hanno voluto distinguere con chiarezza lo squallore di questa offesa. Ma grazie a voi, amiche e amici tutt’altro che virtuali, grazie perché due giorni fa con il vostro affetto mi avete regalato uno splendido compleanno e che oggi con maggiore forza mi avete sostenuta. Ve lo dico con il cuore: grazie”.