L’Onu ha sancito che l’acqua potabile è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale. Ma purtroppo non per tutti è così. E non bisogna andare in Africa o in altri Paesi del terzo mondo per trovare situazioni del genere: è bastato semplicemente girare l’angolo.

Siamo al quartiere Carrassi. Qui, così come già verificato per esempio al Libertà, in molte case l’acqua non arriva da circa un mese. In molti palazzi l’autoclave non c’è. Alcuni condomini per superare questo problema si erano muniti di cisterne personali, ma anche queste da circa un mese sono completamente vuote.

Manca la pressione, ma soprattutto manca l’acqua. Per potersi lavare, pulire casa, tirare lo scarico del water, bisogna attrezzarsi con bottiglie di acqua confezionata oppure chiedere il favore a qualche parente che abita in altre zone oppure abita al primo piano e riesce ad avere un filo di acqua in più. È diventato un problema lavare anche i vestiti.

Un residente stremato da questa situazione ci ha accolto in casa sua per farci vedere un’immagine simbolica: i terrazzi senza le lenzuola stese ad asciugare: “La gente non può lavarsi, siamo in condizioni igieniche disastrose. Siamo costretti ad alzarci alle 4 di mattina pere cercare di riempire un secchio – spiega l’uomo – ma l’acqua è un bene che mi spetta, tu me la devi dare”.