La crisi idrica adesso si fa seria. Piogge assenti, invasi sempre più vuoti e acqua che inizia a scarseggiare anche in città. Lo aveva preannunciato l’Acquedotto Pugliese solo qualche settimana fa, se ne stanno accorgendo adesso anche molti baresi.

A soffrire sono soprattutto i piani alti dei palazzi: le segnalazioni si moltiplicano soprattutto al quartiere Libertà e a San Pasquale dove in diversi appartamenti non arriva più un filo d’acqua. Ai piani bassi l’acqua arriva ma col contagocce: la pressione è debole ma almeno consente di soddisfare i bisogni più basilari.

Decine di persone sono senz’acqua da più di una settimana, alcune addirittura da mesi. Le famiglie colpite si arrangiano come possono: acquistano acqua in bottiglia, chiedono di riempire secchi e damigiane dai condomini dei piani bassi, fanno il bucato nelle lavanderie automatiche (a costi più alti) e nel peggiore dei casi sono costretti a farsi la doccia in palestra o a fare i propri bisogni da parenti più fortunati.

In alcuni casi è inutile persino l’autoclave. La situazione diventa decisamente grave, poi, quando negli appartamenti interessanti dalla riduzione della pressione abitano bambini o, peggio, disabili. Sia nel quartiere Libertà che a San Pasquale è scattata la protesta dei residenti: consapevoli che con l’assenza di piogge poco si può fare, chiedono almeno che la riduzione della pressione sia per tutti e uguale per tutti.

E il peggio deve ancora arrivare. Aqp ha infatti annunciato che a partire dal prossimo 10 novembre “verrà ulteriormente ridotta la pressione idrica nelle reti, su tutto il territorio servito”. Piove sul bagnato, anche se la metafora non è certo appropriata.

L’Acquedotto Pugliese si è impegnato a garantire il livello minimo di erogazione previsto dalla Carte dei Servizi, assicurando una pressione di 0,5 atmosfere al contatore. Le restrizioni, però, potrebbero causare disagi ai piani superiori al primo, negli stabili privi di idonei impianti di autoclave.

Probabili disparità di condizione della pressione nelle reti all’interno dello stesso abitato e tra abitati possono dipendere dalle quote altimetriche: le zone alte degli abitati sono spesso più critiche. La ulteriore assenza di precipitazioni nelle prossime settimane imporranno necessariamente restrizioni aggiuntive nell’erogazione dell’acqua disponibile.