Una segnalazione fatta da un agricoltore al vicesindaco di Adelfia, Costantino Pirolo, e a Vincenzo Antonacci, delle Guardie Ecozoofile: nelle campagne intorno al paese c’è del materiale pericoloso. Migliaia di vetrini da laboratorio abbandonati alla mercé di chiunque.

Sul posto arriviamo anche noi, la segnalazione è più che fondata. All’aria aperta, senza un minimo di riparo, offerto magari da un sacco o da una scatola di cartone, giace una piccola montagna di vetrini evidentemente usati, analizzati. Su ognuno di essi potrebbe esserci qualsiasi agente potenzialmente contaminato e contaminante.

Ogni singolo pezzo riporta la dicitura “Ospedale Miulli Acquaviva”. Con una telefonata, per il tramite dell’ufficio stampa, avvisiamo l’ospedale. Sul posto arrivano il vicedirettore Giovanni Giorgio, e la dottoressa Rosa Maria Bona, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Anatomia e Istologia Patologica del Miulli, da dove sembrano provenire i vetrini, vista l’etichetta che riportano.

Il responso emesso dai dirigenti del Miulli per fortuna è rassicurante: “Si tratta di vetrini risalenti ad almeno 20-30 anni fa”. Dunque, nessun pericolo di contaminazione. L’ospedale non si è perso in chiacchiere e ha subito inviato una dita specializzata a ripulire l’area. “Il regolamento comunale di Adelfia – ha detto il vicesindaco – prevede una sanzione di 500 euro e la notizia di reato”. Resta da capire come, dalla custodia di un’azienda privata, i vetrini siano finiti in campagna.