A Bari amministrare e gestire la Giustizia è piuttosto complesso, non è un segreto per nessuno. Problemi strutturali delle sedi, che in alcuni casi cadono letteralmente a pezzi, organico insufficiente, mezzi carenti, chi più ne ha più ne metta. La stessa Procura non si è mai nascosta dietro a un dito. Sull’onda di queste difficoltà, il Procuratore Giuseppe Volpe ha oggi diffuso una nota che, per certi versi, mostra ancora una volta l’impegno profuso dagli addetti ai lavori del Capoluogo nel te tare di “tamponare le falle” del sistema.
Arrivano infatti nuovi progetti per garantire al meglio i servizi necessari alla collettività, come per esempio gli stage per alcuni baresi selezionati nell’ambito della collaborazione col Comune in seno al programma Cittadinanza Attiva. ben venga tutto questo, ma come lo stesso Procuratore Volpe scrive nella nota, si tratta di proposte che non risolvono i problemi le cui soluzioni spettano al Ministero della Giustizia. Qui di seguito, la nota della Procura.
Abbiamo già comunicato che l’Ufficio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, come molti Uffici Giudiziari, è in estrema difficoltà: è ogni giorno più difficile assicurare alla collettività il Servizio Giustizia. Personale amministrativo assolutamente insufficiente, edifici del tutto inadeguati, mezzi carenti: tutto contribuisce perché la macchina non debba funzionare, nonostante i risultati ottenuti, i profitti confiscati, le condanne anche a pene pecuniarie conseguite, tutte voci mai considerate quando si tratta di calcolare i costi della Giustizia.
Non è più sufficiente l’impegno quotidiano di magistrati, personale amministrativo e Polizia Giudiziaria. Non potevamo, però, aspettare che la paralisi, ormai prossima per i previsti e legittimi pensionamenti del personale amministrativo, rendesse vana ogni aspettativa di Giustizia. Ci siamo rimboccati le maniche assumendo compiti nuovi.
A inizio del 2017 abbiamo costituito l’Ufficio Risorse Esterne. Un ufficio interno alla Procura, affidandolo ad un magistrato, che (aggiungendo questo impegno agli altri) curasse di verificare se e quali risorse strumentali e personali potessero essere reperite, al di fuori degli insufficienti, quando non inesistenti, canali ordinari e correnti. La Procura di Bari aveva già dimostrato nel 2016 di poter concorrere ad una Call For Proposal della Commissione Europea unitamente a partner internazionali (tra cui organismi delle Nazioni Unite) nella elaborazione di un progetto, risultato vincente e sta, in questi mesi, contribuendo a completare la realizzazione del progetto.
Oggi la Procura di Bari, avvalendosi di una importante, lungimirante misura del Comune di Bari (Cittadinanza Attiva) e grazie alla preziosa, generosa, insostituibile collaborazione dell’Ordine degli Avvocati, nella persona del Commissario avvocato Giorgina, ottiene un nuovo risultato. Sono infatti stati avviati stage (per cinque ore lavorative al giorno, per cinque giorni alla settimana per 6 mesi) per cittadini selezionati tra gli aderenti alla misura afferente al richiamo progetto Cittadinanza Attiva. I primi hanno già preso servizio, mentre sono in corso le selezioni di ulteriori unità, per giungere ad un totale massimo di 30.
La Procura ha elaborato e sta elaborando singoli progetti incentrati sul conseguimento nel periodo di 6 mesi di specifici obiettivi, incidendo sulle aree dell’Ufficio ove è maggiore la fungibilità del lavoro svolto ed ove comunque non vi siano ragioni di segretezza.
Risolveremo in 6 mesi il problema del blocco dell’archivio e procederemo in tal modo al completo riordino degli atti del procedimenti definiti, azzerando gli adempimenti inevasi e ad essi connessi. Questo porterà immediato beneficio alle singole Segreterie dei magistrati, nei cui locali sono ancora accumulati i fascicoli definiti, così da non consentire una agevole gestione degli affari correnti.
Contiamo nello stesso periodo di tempo di dare nuovamente respiro all’Ufficio dibattimento ed all’Ufficio Predibattimentale. Stiamo elaborando nuovi progetti, contando sulle nostre risorse, su quelle che altre Istituzioni, sensibili alla qualità del Servizio Giustizia, mettono a nostra disposizione. Siamo consapevoli, ovviamente, che queste soluzioni possono aiutare in parte a tamponare situazioni di estrema difficoltà, ma non costituiscono la risposta alle esigenze organizzative, che, secondo la Carta Costituzionale, spetta al Ministero della Giustizia.