Ci sono anziani e disabili, ma anche persone arrivate da altre province e dalla vicina Basilicata. Tutti in coda alle biglietterie della Fiera del Levante, ormai regalata a Bologna Fiere per un obolo di 100mila euro l’anno per 60 anni. Le ore 15 sono passate da 30 minuti ed a ridosso delle saracinesche chiuse gli aspiranti visitatori imprecano, lanciano strali di ogni tipo.

Un crescendo di nervosismo e qualcuno minaccia di chiamare i Carabinieri. “Non è giusto pagare tre euro per mezza giornata in Fiera – dice qualcuno – per di più non potendo entrare all’orario stabilito. Mi sarei aspettato la coda ai cancelli, non alla biglietteria. In tutte le fiere del mondo, le biglietterie vengono aperte molto prima dell’inizio della kermesse. Fossi un espositore chiederei i danni”. Una mezzora dopo l’orario previsto per l’apertuta, si fa vito l’addetto, che alimenta la polemica con una giustificazione da fiera di condomiono: “Non troviamo le chiavi delle serrande”. Solo dopo un’ora in cui la tensione è arrivata alle stelle ai visitatori viene fatto sapere di dirigersi nelle altre biglietterie.

E in mezzo alla bolgia non mancano anomali bagarini, che vendono i biglietti alla stessa cifra ufficiale. Del resto, si sa, di biglietti nei giorni prima della Campionaria ne girano a quintali. Omaggi e ralie per i clienti della politica, degli amministratori e di chiunque non può non regalare qualche biglietto a destra e a manca per evitare di fare la figura del pirla.

Tre euro a tagliando quindi, essendo uno dei bagarini riuscito a procurarsene una trentina, vuol dire portare a casa 90 euro. Siamo all’anno zero, pur avendo la ex gloriosa Fiera del Levante compiuto 81 anni.