“Finalmente dopo 25 anni si è fatto veramente qualcosa per contrada Nepta, che cessa di essere uno spettro per Bitetto e i suoi cittadini. Ho disposto ed effettuato le indagini preliminari, superando il rimpallo di responsabilità che andava avanti da 25 anni. Avuti i dati delle indagini preliminari e fatto redigere il piano di caratterizzazione, sono pronta a fare il passo successivo, andare in Regione, che è la sola ad avere i poteri per farlo, per effettuare sia la caratterizzazione sia eventualmente la bonifica”. Alla fine di una lunga telefonata, il sindaco Fiorenza Pascazio punta decisamente l’obiettivo su questo risultato. Le premesse, a dire il vero, non erano state delle migliori, col sindaco fermamente deciso a non rilasciare alcuna dichiarazione in previsione di domani.

Torna infatti prepotentemente di attualità l’annosa questione di contrada Nepta, il suolo di proprietà dell’Opera Pia SS Sacramento che da 30 anni a questa parte preoccupa non poco i cittadini. Domani 21 luglio in prima convocazione, o il 22 in seconda convocazione caso mai mancasse il numero legale, si riunirà d’urgenza il Consiglio Comunale per discutere un solo ordine del giorno, ovvero “Giudizio Comune di Bitetto/Opera Pia SS.Sacramento (R.G. n. 4968/1999) – Transazione”. Di cosa si tratta? Quando c’è contrada Nepta di mezzo, le cose non sono semplici, nemmeno da spiegare.

Sintetizzando al massimo, i consiglieri si troveranno a discutere sul passaggio a costo zero dei suoli di contrada Nepta dall’Opera Pia al Comune, di contro il Comune rinuncerebbe “all’azione di giudizio nei confronti dell’Opera Pia e a ogni azione di rivalsa per tutte le opere realizzate e a realizzarsi e per l’esecuzione dei lavori di bonifica della zona interessata dai rifiuti e rinunzia a qualsiasi diritto, azione, ragione e causa” si legge tra le altre cose nella bozza della transazione.

La transazione prevede anche di rinnovare per altri 30 anni la concessione gratuita in scadenza a fine anno del così detto ex Asilo infantile, di proprietà dell’Opera Pia e situato in via Marconi, dove il Comune si era impegnato a realizzare un Centro Polivalente per Anziani, cosa mai avvenuta.

Con quella convenzione, il Comune si era anche impegnato a concedere l’uso della struttura quale sala riunioni all’Opera Pia per attività istituzionali, tutto previa ristrutturazione dell’immobile. A oggi, la cifra stimata dal Responsabile del Settore Tecnico per rendere fruibile la struttura è pari a circa 600mila euro, spesa ritenuta dal Comune non sostenibile.

La transazione tra l’Opera Pia SS Sacramento e il Comune rimetterebbe in gioco la costruzione del “Centro Sociale Polivalente per diversamente abili e anziani” presso area a standard ex zona 167 di Via Beato Giacomo, il cui progetto è stato ammesso al finanziamento da parte della Regione di 2 milioni e mezzo di euro.

In pratica, sempre cercando di semplificare, con la transazione e rinnovando la convenzione il Centro Sociale Polivalente, con le opportune modifiche e autorizzazioni varie, potrebbe essere realizzato presso l’ex Asilo infantile, mettendo così il Comune al riparo da richieste risarcitorie dell’Opera Pia. Fin qui la sintesi.

Da più parti a Bitetto sono stati sollevate perplessità sulla transazione, motivo per cui si è resa necessaria la telefonata al sindaco Pascazio: “Non è vero che i costi della bonifica non sono noti, sono invece stati stimati e saranno sostenuti dalla Regione, l’unica titolata a farlo. Proprio pochi giorni fa l’assessorato regionale all’Ambiente ha recuperato le risorse necessarie. Fino a quando non sarà completato il piano di caratterizzazione del territorio dovremo però ancora parlare di suolo potenzialmente contaminato” ci ha detto. A quanto ammonti la stima, non ci è dato sapere, non prima della Conferenza di Servizi.

“Il Comune non sta rinunciando a nessuna azione di rivalsa – ha fortemente puntualizzato Fiorenza Pascazio – il Comune ha già effettuato le indagini preliminari e la redazione del piano di caratterizzazione, con fondi comunali (circa 17mila euro, ndr). Nella cessione che deriva dalla transazione, le due particelle (ovvero i suoli) già ristorano questo tipo di esborso, non ho bisogno di fare altro tipo di rivalsa. L’Opera Pia, proprietaria non responsabile nella causazione degli eventi, non è tenuta a ristorare il danno ambientale né tutti i danni connessi a quello, c’è tutta la giurisprudenza in materia, se non il danno patrimoniale che l’Ente, quale il Comune o la Regione, anticipa per le spese che sappiamo, dalle indagini preliminari alla caratterizzazione alla eventuale bonifica, nella misura del valore di mercato del sito dopo la bonifica. Ecco perché di fatto non stiamo rinunciando a nessuna rivalsa. Il valore del terreno va a compensare quanto già speso. In ogni caso ci tengo a dire che il principio di tutela della salute pubblica è sovraordinato a qualsiasi principio di natura economica”.

“Con la transazione – ha aggiunto il sindaco – il Comune finalmente chiude la ferita ancora aperta dell’ex Asilo infantile, un immobile dei primi del 900 anche di un certo pregio e a cui i cittadini tengono davvero molto. Al di là dei 600mila euro, inoltre, ci mettiamo al riparo da ogni possibile azione risarcitoria dell’Opera Pia nei confronti del Comune, soprattutto per il così detto lucro cessante, che potrebbe essere ben più alto. Il valore aggiunto di questa operazione è per il Comune tornare ad avere una concreta possibilità di aprire quel centro”.

“Finalmente  – ha concluso Fiorenza Pascazio- contrada Nepta torna a non essere più un fantasma, ma diventa un qualcosa di cui si può parlare seriamente e concretamente”.