La comunità adelfiese aspetta di sapere dal Prefetto di Bari quanti migranti saranno ospitati nella struttura ‘Padre Pio’ di Canneto, oltre i 32 già arrivati nel palazzo di via Bellini, al rione Montrone con la formula del Cas (Centro di accoglienza straordinaria). La novità, a quanto pare, è che i migranti veri e propri non sono i minori presenti adesso nella struttura, destinati a raggiungere altri luoghi, ma quelli che arriveranno nei prossimi giorni.

Il tema dell’accoglienza è caldissimo. L’Amministrazione comunale contesta l’arrivo di altre persone pur avendo dato la disponibilità a proseguire lo Sprar (Sistema di protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) del 2014, che aveva portato in paese 35 migranti. Favorevoli e contrari si azzuffano mentre già da qualche tempo c’è chi, proprio aderendo allo Sprar, ha messo insieme un discreto tesoretto.

È il caso della famiglia Karaboue, che per 650 euro al mese, da giugno 2014 ospita 8 persone nella casa ammobiliata di 4 vani, con box auto usato come deposito in via Piscina Nuova. L’appartamento è di proprietà della mamma di Michele Karaboue, esperto di politiche migratorie ed ormai noto commentatore tv, di casa in numerosi salotti e arene di Rai, La7, ma soprattutto Mediaset. Proprio in una trasmissiono televisiva Karaboue, che viene contrapposto a chi vorrebbe alzare muri o chiudere i porti, aveva dichiarato dell’adesione allo Sprar di sua madre, senza tuttavia specificarne i particolari. “Sono completamente estraneo allo sprar a cui ha voluto aderire mia madre – ha spiegato Karaboue – non interferisco nelle sue scelte. Ovviamente non ho alcun ruolo”.

Seicentocinquanta euro al mese, quando sentendo alcuni agenti immobiliari locali la media affitti ad Adelfia si aggira intorno ai 400 euro. Chiariamo, i prezzi sono imposti, ma è proprio su questo particolare che è esplosa la polemica. Perché, non solo ai Karaboue, si paga un prezzo superiore a quello che i migranti o un qualsiasi altro cittadino italiano pagherebbero se fossero loro a prendere personalmente in fitto una casa? Il regolare contratto ha la durata di 4 anni e quindi si esaurirà nel 2018. Complessivamente 31.200 euro, al lordo delle tasse.

“È una forzatura eccessiva ricondurre la cosa alla mia persona – spiega Karaboue -. Da esperto posso dire che i prezzi sono determinati da alcuni fattori come la metroquadratura, l’esposizione e i servizi offerti. Il canone non viene definito tra le parti. È un contratto che si fa per interposta persona tra una cooperativa e il Ministeto dell’Interno”. La cooperativa che paga i Karaboue è di Potenza. A pagarla è l’Ente locale, ma i soldi sono statali.

Il Comune, che per ognuno dei 35 migranti riceve un indennizzo una tantum di 500 euro, che può usare senza vincoli, ha dato la sua disponibilità a continuare con il programma sprar. A breve sarà riaperto il bando e quindi le cooperative o i privati che rispettano i requisiti previsti, potranno candidarsi per l’ulteriore accoglienza delle 35 persone ospitate ad Adelfia dal 2014.