Attualmente la questione vaccini sta generando molta confusione e sta letteralmente spaccando il paese. Da un lato la fronda del “si” è forte del decreto del Governo che riguarda l’obbligo di somministrazione di 12 differenti vaccini, che dovrà tener conto dell’età dei vaccinati. Alle famiglie saranno fornite istruzioni tecnico-scientifiche, ma saranno anche messe in atto pesanti sanzioni per gli “inadempienti”, fino alla sospensione della potestà genitoriale.

Dall’altro, però, lo schiarimento contrario all’obbligatorietà dei vaccini domenica scorsa è scesa in piazza: sono gli attivisti no-vax che hanno marciato in un corteo di Roma con rappresentanti di associazioni, medici, avvocati e genitori.  Su maglie e cartelloni le scritte: “Libertà di scelta” “Giù le mani dai nostri figli” e “Vaccinazioni singole”.

Intanto la Regione Puglia si è immediatamente adeguata al nuovo piano nazionale approvando un nuovo calendario. Una mossa necessaria per evitare, in vista di settembre e dell’inizio dell’anno scolastico, caos e per garantire la massima copertura.

Per fare chiarezza anche noi su questo tema, abbiamo chiesto delucidazioni al dottor Giuseppe Cinquepalmi, medico di Medicina Generale, con esperienza presso il Policlinico di Bari nei reparti di Oncologia e Pneumologia.

Cosa sono i vaccini e perché vaccinarsi?
I vaccini sono forse tra i primi farmaci che hanno rivoluzionato la vita delle persone e soprattutto dei bambini, riducendo in maniera drastica la mortalità infantile.

Quanti vaccini esistono?
Due tipi fondamentali: gli antibatterici e gli antivirali. I primi sono composti da batteri uccisi o frammenti di batteri, come quello contro la pertosse, il tetano, il morbillo, la rosolia, l’epatite e lo pneumococcico. Gli altri sono invece costituiti da virus inattivati o proteine di virus, contro i quali si sviluppa la risposta immunogena dell’organismo a protezione dello stesso, simulando la vera infezione.

Qual è il vantaggio?
Rispetto alla malattia è l’evitamento delle complicanze che a volte possono essere per l’individuo, come per il passato, pericolose se non fatali.
La questione “vaccino sì vaccino no”, sta suscitando molto clamore. Perché?
Il clamore è dovuto perlopiù ai possibili problemi e alle spiacevoli conseguenze post vaccinali. Le controversie nascono essenzialmente da questo. In realtà, molto dipende dai metodi di preparazione e dai cosiddetti adiuvanti.

Cosa sono e quali sono gli adiuvanti?
Essenzialmente sono lo squalene, i mercuriali e la formaldeide. Queste sostanze vengono utilizzate per potenziare l’immunogenicità dei vaccini, sollecitando una maggiore risposta anticorpale nell’individuo. È risaputo infatti che alzando i livelli degli anticorpi la protezione è più duratura. La capacità di questi elementi a potenziare la risposta immunologica consente, da un lato, di ridurre le dosi di antigene utilizzato e dall’altro una più efficacemente conservazione dello stesso vaccino.

Ma i vaccini sono davvero così pericolosi?
Sicuramente in passato qualcuno lo era. Penso per esempio a quello antipolio. La sua pericolosità era dovuta al fatto che a volte sviluppava casi di poliomielite per una non sufficiente “inattivazione” del virus vaccinico. Ma era il prezzo da pagare a fronte di una più ampia copertura a livello di efficacia.

Oggi, qual è il più “temuto”?
Sicuramente l’antirabbico. Infatti si somministra solo in caso di effettiva necessità e solo in caso di contagio certo.

Allora possiamo stare tranquilli?
I vaccini rappresentano sicuramente un’arma utile ed efficace. Intanto evitano l’utilizzo degli antibiotici, che possono risultare inefficaci se non pericolosi nei casi in cui si sviluppino resistenze agli stessi.

Quindi è giusta l’obbligatorietà?
È giusto che siano raccomandati e a totale carico del SSN. Ma sono contrario all’obbligatorietà. Dobbiamo riflettere sul fatto che possono esserci persone con problemi. Penso, per esempio, ai soggetti allergici ad alcuni componenti presenti negli antivirali, tipo le proteine dell’uovo o gli adiuvanti.

Attualmente si può parlare di libertà individuale o genitoriale lesa?
Bisogna rispettare la libertà di cura dell’individuo. E questo vale per tutti i farmaci. Del resto, lo sancisce la costituzione, altrimenti ci troveremmo di fronte ad un trattamento sanitario obbligatorio, attualmente previsto solo per i malati psichiatrici.