Stendini, materassi, mobili rotti, abiti dismessi e altri rifiuti. Nel portone i primi cenni di ciò che troveremo nel cortile: un frigorifero, un materasso e delle coperte. Appena si esce la prima cosa che si sente è la puzza di pipì di gatto. Un cortile dismesso alla mercé di chi non ha il buon senso di utilizzare i soliti bidoni dell’immondizia. Il condominio visitato questa mattina è in via Ettore Fieramosca nelle vicinanze del Tribunale Civile nel quartiere Libertà. “È il proprietario che deve fare qualcosa – dice uno dei residenti – la colpa è sua se alcune persone non rispettano le regole”.

Uno stabile che è in una situazione di degrado anche per colpa di un incendio scoppiato tempo fa proprio per l’accumulo di rifiuti. I residenti delle palazzine vicine sono stanchi di affacciarsi e di vedere una discarica a cielo aperto, non soltanto per la puzza che questa emana. Figuriamoci ora che sta per arrivare l’estate che proprio per colpa delle temperature elevate fa aumentare la puzza. Abbiamo accolto la richiesta dei condomini e siamo andati a vedere le reali condizioni in cui sono costretti a vivere i molti extracomunitari dove alcuni di loro, a detta di molti residenti vicini, sono senza contratto d’affitto e molti, utilizzando il cortile come discarica, non rispettano le regole.

Come si può vedere dal video, questo non è un attacco mediatico contro l’integrazione. Molti degli immigrati incontrati nello stabile sono anche loro stanchi di questa situazione e non vogliono vivere in condizioni che possono ledere alla loro salute. Come si dice ‘tutto il mondo è paese’, gli incivili ci sono dappertutto. Per dimostrare quanto detto siamo andati sul posto.

I residenti del quartiere Libertà sono spesso protagonisti di molte vicende da noi raccontate e ciò accade, in alcune occasioni, proprio per l’alto numero di extracomunitari presenti in zona. Ad esempio ricordiamo la rissa che qualche settimana fa si è svolta nei pressi di un bar tra un gruppo di immigrati per il controllo della prostituzione, o anche i vari borseggi di cui sono vittima i residenti.  I cittadini non si perdono d’animo e continuano imperterriti a chiedere aiuto alle istituzioni e con loro anche il parroco Don Marco Simone della Parrocchia San Carlo Borromeo che ha scritto una lettera durissima al primo cittadino di Bari, con la speranza che il quartiere Libertà torni al centro delle attenzioni dell’amministrazione pubblica.