“Spiace constatare come continuano ad arrivare decisioni sulla sanità pugliese che sono prive di un comune denominatore e di una logica organizzatrice. Si parla di deospedalizzazione, si parla di territorio, cose giuste che anche noi come Sinistra Italiana condividiamo, ma nello stesso tempo si smantella la sanità ospedaliera pubblica, si lascia intatta quella privata e non si danno date certe e cronoprogrammi del passaggio di alcuni servizi dalla sanità ospedaliera a quella territoriale. Assistiamo a decisioni che sono prive di un senso compiuto, probabilmente figlie di scelte politiche che, seppur rispettabili, nulla hanno a che fare con il bene comune”.

Le parole del consigliere regionale Mino Borraccino di Sinistra Italiana sulla questione sanità in Puglia non lasciano dubbi. La critica disamina che il presidente della Commissione consiliare affari generali fa della situazione è lunga e articolata e mette in evidenza la volontà politica, seppur richiesta, a una deospedalizzazione a livello regionale, che però andrebbe in una sola direzione, quella pubblica. L’elenco dei numerosi comuni pugliesi compromessi dal punto di vista sanitario, stilato da Borraccino, è eloquente e a farne le spese, come al solito, sono i semplici cittadini, costretti a diventare così i “nuovi migranti” (ma della sanità). La questione diventa poi insostenibile anche a livello assunzionale, perché nelle piante organiche, secondo Borraccino, mancherebbero all’appello oltre 6000 unità e ciò a discapito della qualità dei servizi.

“Chiude Triggiano, chiude Terlizzi, che vanno verso strutture riabilitative e di Centro risvegli, così come le strutture di Ceglie Messapica, di Grottaglie e di Canosa cui verranno attivati oltre 200 posti letto molto probabilmente affidati a privati. Quindi un’altra torta da circa 40 milioni di euro che sarà assegnata alla sanità privata, al di là degli 840 che già, annualmente, la Regione investe nella Sanità ospedaliera. Oltre a chiudere gli ospedali – continua il consigliere – la cosa più assurda è la mancata attivazione di 1000 posti letto che si potevano far partire in Puglia e che, invece, per una ragione ancora sconosciuta si è deciso di non attivare. Per non parlare dei posti letto a “Infettivi”, ridotti da 20 a 10 su tutto il territorio provinciale, nonostante la presenza eccezionale dell’hotspot per migranti bisognosi di cure”.

“Il nostro orientamento – conclude Borraccino – sarà quello di rispettare le esigenze dei territori, del bene comune, scevro dai vincoli della maggioranza, facendo quello che purtroppo non si è fatto lo scorso anno, quando ha deciso di tirare avanti da… uomo solo al comando”. Dopo aver spiegato le motivazioni per cui Sinistra Italiana, Borraccino ha decretato in Commissione Sanità, la bocciatura per due volte del Piano di riordino ospedaliero, auspica che il Presidente Emiliano, una volta concluso il suo impegno per le primarie, dedichi tempo necessario per rivedere quel Piano sulla base delle effettive esigenze di una comunità che, non troppo silenziosamente ormai, attende ancora chiarimenti e risposte.