Lo addenti, indietreggi. Ti scotta. Riattacchi. È bollente. Insisti, è una sfida. Se lo conosci, non ti ustiona il palato. In caso contrario è finita. Al primo ti arrendi. Il panzerotto, una delle prelibatezze della cucina barese. Pochi ingredienti per l’impasto, mentre all’interno è solo questione di fantasia e di quanti puoi riuscirne a mangiare. Farciti e chiusi ermeticamente il bagno è nell’olio. Bollente. L’oro nel piatto e poi di nuovo la guerra. La posizione migliore? In piedi, chinato in avanti e con le gambe divaricate, soprattutto se dentro c’è pomodoro e mozzarella. Il succo è tremendo, ma buono da non desiderare altro.

A Bari c’è un posto dove la sfida avviene a tavola. Persino seduti puoi avere la meglio. Si chiama Ghiotto Panzerotto, al civico 43 di viale Papa Pio XII. Ventisette gusti salati, otto dolci se la guerra non vi ha troppo provati. Sapete mangiare, non potete rinviare l’incontro con chi delle mani in pasta ha fatto una regola d’arte. Qualità eccellente e poi digeribili, perché altrimenti il panzerotto ritorna di notte. Oltre 60 ore di maturazione e una lunga lievitazione in cui cresce la massa fatta di semole pugliesi, certificate, macinate dal molino Dibenedetto di Altamura fin dai primi anni ’50.

Dalle 19 alle 23, dal giovedì al sabato, odore di fritto dorato o al profumato di forno. Se piace l’impasto speciale, c’è quello multicereale, ma in questo caso niente frittura. L’impasto è poroso. L’acquolina è venuta, a tanti è successo, per questo serve prenotarsi per avere la meglio anche seduti (3292948244 – 080.2021568)