Devozione, preghiere e polemiche alla processione del Venerdì Santo di Adelfia. Da più di un mese tiene banco la presa di posizione di alcuni proprietari dei Misteri, le statue portate a spalla per le vie del paese, convinti che per rispetto alle tradizioni le processioni sarebbero dovute essere due: una al rione Canneto e l’altra a Montrone, con un momento unitario finale.

Nessun campanilismo, scrivono nella lettera fatta recapitare al vescovo della Diocesi di Bari e Bitonto, monsignor Francesco Cacucci.

Neppure l’irremovibile posizione del vescovo ha convinto i proprietari conservatori a partecipare al sentitissimo rito unitario. Le statue di chi ha espresso il proprio dissenso sono state addobbate, ma lasciate a casa. C’è pure chi l’ha fatta sostare per strada durante tutta la durata della processione. La protesta ha sollevato come prevedibile un mare di polemiche.

In tanti, soprattutto tra quanti nella ribellione individuano l’eccessiva durata della processione 2016, hanno giudicato la protesta fuori luogo. La processione unitaria ha comunque creato malumori. Terminata intorno alle 22.30, come da tradizione, la suggestiva rappresentazione avrebbe solo lambito Montrone, dove le statue sono una minoranza e tutte di proprietà della Parrocchia, al contrario di Canneto, dove i Misteri sono dei privati.

In attesa di capire cosa succederà l’anno prossimo, con l’arrivo del nuovo vescovo, a scanso di facili equivoci vi proponiamo la lettera integrale con le motivazioni del dissenso.

LA LETTERA DEI PROPRIETARI DEI MISTERIGentilissima Eccellenza, vorremmo portare alla Sua attenzione una situazione che, da qualche anno, viviamo nella nostra comunità di Adelfia. Come Lei sicuramente saprà, sul nostro territorio operano, da secoli, due realtà parrocchiali che fanno capo a due Chiese matrici, un unicum nella Sua diocesi. Questa peculiarità rinviene da una pregressa situazione storica che per secoli ha visto due comunità operare sui rispettivi territori rionali e parrocchiali, elaborando tradizioni e culture ricche e diversificate. Ora questo profondo e sentito patrimonio di fede e cultura è confluito all’interno della comunità di Adelfia, che da poco meno di cento anni vede riuniti i due rioni di Canneto e Montrone. Da sempre si è cercato di preservare le plurisecolari tradizioni che coesistono sul territorio come valori da non disperdere e come fattori di ricchezza e crescita (ragion per cui si tengono in vita, ancora oggi, le feste patronali di entrambe le comunità parrocchiali, storicamente legate alle vicende e alle antiche famiglie nobiliari dei due casati).

Da qualche anno si cerca di svolgere per le vie del paese, nel giorno del Venerdì Santo, un’unica processione, per rimarcare la forte volontà da parte delle due comunità parrocchiali, di compiere un cammino di fratellanza e vicinanza nella fede. Questo tentativo, nello specifico caso della processione dei misteri, ha però prodotto una serie di non trascurabili disagi e difficoltà che vorremmo sottoporre alla Sua attenzione. Le prime resistenze, in entrambe le comunità locali, hanno riguardato proprio la scomparsa delle antichissime tradizioni, (nel caso di Montrone) di recarsi processionalmente all’antica cappella rurale della Madonna della Pietà sita fuori paese,  e (nel caso di Canneto) di snodare il percorso per le diverse vie del borgo permettendo, secondo le intenzioni dei nostri antenati che fecero realizzare i misteri,  ai tanti anziani, agli ammalati e a quanti fossero impossibilitati a deambulare, di esser coinvolti almeno per una parte di questo momento di preghiera itinerante.

Nonostante si sia cercato nei passati anni di elaborare un percorso congruo e non eccessivamente gravoso per i portatori dei misteri,  percorrendo solo alcune strade essenziali alla viabilità fra i dei due rioni e il lungo ed “inevitabile” corso che li unisce, ci si è resi conto subito di oggettive difficoltà logistiche legate all’assetto urbanistico di un territorio oggi molto più esteso di quanto non fosse in passato, della grande fatica per i portatori nel trasportare misteri di un certo peso, e di alcuni paradossali inconvenienti come la presenza in processione di numerose statue “doppione”  (due Gesù nell’orto, due Ecce Homo, due Addolorate ecc…).

Il tentativo di contrarre ulteriormente il percorso riducendolo al solo corso che unisce i due rioni, rischia di trasformare la processione ad una “sfilata” dei misteri, in un corso assiepato di gente, trascurando le periferie, i malati e gli anziani impossibilitati a spostarsi.

Dopo un’attenta valutazione di possibili correttivi al fine di preservare le tradizioni secolari delle due comunità e al tempo stesso di rimarcare il cammino di fratellanza e di vicinanza nella fede si è cercato di elaborare una soluzione che permettesse di preservare entrambi i tradizionali percorsi da snodare per le vie dei due rioni, per poi confluire insieme in un luogo comune per un momento conclusivo di preghiera, così come a Lei proposto da don Salvatore.

Ciò proprio per rimarcare che il cammino unitario delle due comunità resta comunque prioritario, come testimoniato in altre occasioni di fede e pietà popolare che non presentano particolari disagi logistici ed organizzativi, come la processione interparrocchiale del Corpus Domini, le Catechesi e i Vespri comunitari che già da molti anni coinvolgono le due comunità parrocchiali.

Chiediamo pertanto a Sua Eccellenza che presti attenzione a queste esigenze maturate dalle precedenti esperienze degli scorsi anni, suffragando con benevolenza e con il Suo beneplacito la succitata proposta che don Salvatore le ha presentato alla presenza di don Felice.