Il “ponte del cimitero” è protagonista indiscusso della viabilità barese: la ormai famigerata pista ciclabile non è ancora stata messa a norma. I ciclisti e pedoni baresi, stufi di aspettare e avendo l’impellente bisogno di usare l’agognata pista, hanno aperto un varco nelle grate di protezione e la utilizzano indisturbati, nonostante ci sia il divieto di transito.

Dopo tutti i soldi spesi per il ponte, anche più di quelli inizialmente previsti, non è stata prevista una pista ciclabile a norma, con probabile ulteriore dispendio di soldi pubblici. Il rebus che l’amministrazione comunale non riesce a risolvere è quello relativo alla pericolosità del guardrail, strumento inadatto per la protezione della pista pedonal ciclabile. La struttura e i tiranti d’acciaio, assorbiranno pure gli eventuali urti di un auto, ma risultano pericolosi nel caso in cui chi percorre la pista dovesse andarci a sbattere.

Non molto tempo fa, dopo la segnalazione di un cittadino, uno dei quattro accessi è stato opportunamente inibito, a differenza degli altri tre. La domanda è sempre la stessa: perché? Perché non mettere in sicurezza tutti e quattro i varchi. Essendo una questione evidentemente non primaria per l’amministrazione, abbiamo deciso di andare sul ponte per spiegare a pedoni e ciclisti il vero motivo per cui ironicamente il ponte è detto del cimitero. Non solo perché uno dei due lati finisce appunto a ridosso del campo santo, ma anche perché nel caso di cadute al cimitero ci puoi finire davvero.

La “nostra multa” di 75 euro all’arzillo vecchietto di 81 anni è un modo scherzoso per sottolineare una questione assolutamente seria