La notizia riportata dalla nostra testata della tragica morte per avvelenamento da topicida nel quartiere Libertà di Alexia, cocker di 12 anni la notte tra l’1 e il 2 marzo, è purtroppo solo l’ultima nota alla cronaca.

Potrebbero essere di più di sei i casi al Libertà e non essere stati segnalati. Altri sono stati denunciati in passato in altri quartieri baresi.  In questo momento emergenziale serve correre ai ripari ed indicare rimedi, piuttosto che analizzare e tentare di capire le ingiustificabili ragioni a monte di certi comportamenti, decisamente criminali.

La padrona di Alexia chiede “giustizia” per un componente del suo nucleo familiare barbaramente trucidato: ha ragione. I gatti, per natura capaci di avvertire il pericolo, sono meno esposti ai rischi di avvelenamento, ma anche per loro, anche se in misura minore, il problema esiste. Indichiamo ai nostri lettori cinofili un rimedio efficace in caso di presunto avvelenamento.

Prima raccomandazione: non lasciare che il nostro amico a quattro zampe cammini per strada o nei giardini pubblici senza guinzaglio. A parte il divieto, previsto da un decreto ministeriale e rafforzato da un’ordinanza sindacale, è necessario che il padrone controlli l’animale attentamente per evitare che mangi un’esca, cioè un bocconcino appetitoso contenente sostanze letali come il topicida.

Se poi, nonostante l’attenzione, il vostro cane non si è limitato ad annusare, ma ha mangiato qualcosa trovata per terra, se il proprietario della bestia riconosce o sospetta sintomi di avvelenamento, nel tempo necessario per riuscire a ricorrere all’indispensabile aiuto del veterinario occorrerà somministrare al cane avvelenato o anche semplicemente intossicato dell’acqua ossigenata.

Ne basta poca, non occorre esagerare. Quel tanto che è sufficiente a stimolare il vomito dell’animale. L’utilizzo dell’acqua ossigenata è nota in veterinaria come un “salva vita” nei casi di avvelenamento. L’assunzione, provocando il vomito, riduce la quantità di veleno che il cane ha assunto e può dare al veterinario la possibilità di intervenire efficacemente, con i rimedi medicinali opportuni.

Quindi, tenete il vostro cane al guinzaglio e sotto stretto controllo, evitate che mangi cibo che non sia il suo, e se, nonostante le precauzioni, avete dubbi che abbia potuto ingoiare qualche esca, non esitate a somministrargli acqua ossigenata, che è opportuno portare appresso durante la passeggiata. Ovviamente basta un flaconcino.

Conoscevo il rimedio empirico da sempre o quasi. Ho chiesto ieri il parere di un ottimo veterinario, per confrontarmi sull’efficacia. Me lo ha confermato. Vi aggiungo che i sintomi più comuni di avvelenamento da topicida (perché di tale sostanza pare si tratti) sono: spossatezza, inappetenza, sete, perdita di sangue dalle gengive, nelle urine e nelle feci. Il topicida è particolarmente subdolo, perché l’effetto è ritardato da 1 a 7 giorni normalmente, ma anche di più a seconda delle quantità ingerite.

Ovviamente il rimedio empirico consigliato, l’acqua ossigenata “salva vita” va fatta assumere preferibilmente subito, quando avete un fondato sospetto; se il cane ha non solo ingerito, ma anche digerito il veleno, il veterinario, dal quale sempre dovrà essere curato, potrebbe non farcela a salvarlo. L’ultimo caso segnalato è avvenuto praticamente a confine tra i quartieri Libertà ed Murat. Occorre stare attenti, però, ovunque. Le esche sono imprevedibili, come i comportamenti di chi le semina e non è da escludere l’effetto emulazione. Segnalate ai Vigili Urbani anche eventuali comportamenti sospetti.

Sulla questione ritorneremo presto, promesso. Intanto, mi permetto di sottoporre il pericolo emergenziale all’attenzione della Procura della Repubblica, del Sindaco Antonio Decaro, del Comando dei Vigili Urbani ed alla Asl ompetente. Topicida sparso in città non è solo un pericolo per i nostri amici a quattro zampe, ovviamente i più esposti. Può colpire, Dio ce ne scampi, anche i nostri bambini. Come dire: “Aiutati, che Dio t’aiuta”, non aspettiamo la tragedia maggiore per intervenire seriamente.