Ha fatto molto discutere il nostro articolo di 25 giorni fa intitolato “Ti prego visita il bambino, sei ore di attesa con 40 di febbre. Interviene la Polizia all’ospedaletto“. Nel servizio, accompagnato da un video con i volti oscurati, abbiamo riportato per bocca della zia, la vicenda del bimbo di appena 18 mesi costretto ad aspettare dalle 21 fino alle 3 del mattino seguente per poter essere visitato, nonostante le febbre alta, tosse e altri sintomi. Motivo della lunga attesa, ci raccontava la zia, la presenza in servizio di una sola dottoressa, costretta a gestire l’enorme carico di accessi in concomitanza col picco dell’influenza.

Prima di pubblicare il pezzo, abbiamo contattato telefonicamente il direttore generale del Policlinico Vitangelo Dattoli, da cui l’ospedale Pediatrico Giovanni XXIII dipende, riportando la dichiarazione a noi rilasciata. Oggi riceviamo via mail la seguente nota, che pubblichiamo integralmente, a firma dello stesso Dattoli.

Oggetto: articolo de ”Il Quotidiano Italiano” del 31.01.2017; “Ti prego visita il bambino, sei ore di attesa con 40 di febbre: interviene la Polizia all’Ospedaletto”; riscontro e contestuale diffida.

Con riferimento all’articolo indicato in oggetto e pubblicato sul sito online bari.ilquotidianoitaliano.com, di cui si allega copia, si comunica quanto segue.

In via del tutto preliminare, da un punto di vista strettamente fattuale, si precisa che il
piccolo paziente S.A. si è recato presso il PS. del Presidio Giovanni XXIII alle ore 21.02 del
29.01.2016, riferendo episodi di vomito, spossatezza e tachicardia, con stato febbrile.

Per tale motivo, subito dopo l’accettazione veniva immediatamente disposta la
somministrazione di Tachipirina 6 ml ed immediatamente sottoposto a esame obiettivo, dal quale risultavano condizioni generali discrete, con obiettività cardiorespiratoria nella norma, assenza di segni meningei e stato febbrile di 39°.

Non corrisponde, quindi, sicuramente al vero la circostanza che il piccolo paziente ”abbia
atteso sei ore con 40 di febbre” prima di essere valutato o prima che gli potesse essere somministrata qualche terapia, come nel caso di specie avvenuto già alle ore 21.15 circa.

Purtroppo durante l’attesa, il clima di agitazione ed insofferenza aveva già indotto i
Medici del P.O. ad allertare e richiedere l’intervento della Polizia di Stato, contattata
telefonicamente al 113 intorno alla mezzanotte, al fine di evitare e prevenire eventuali situazioni incresciose, poi di fatto verificatesi.

Difatti, durante la visita di altro paziente, giungeva prepotentemente in ambulatorio,
superando il controllo della vigilanza, il padre del minore S.A., il quale, con atteggiamento
aggressivo ed eloquio intimidatorio, inveiva contro il medico di turno, minacciando la ripresa dei locali attraverso un cellulare smartphone, come realmente avvenuto. Il degenerare della
situazione ed il clima di paura venutosi a creare, inducevano i sanitari a richiedere nuovamente l’intervento della Polizia di Stato, già precedentemente allertata e contattata, che, giunta sul posto, provvedeva alla verifica della situazione.

Inoltre, si segnala che, contrariamente a quanto rappresentato, nel momento in cui il minore veniva nuovamente richiamato in ambulatorio per il referto finale, si presentava in stanza il genitore del piccolo S.A., dichiarando che lo stesso era stato arbitrariamente condotto a casa, abbandonando temporaneamente il Pronto Soccorso contro il parere degli stessi Sanitari che, difatti, ne hanno poi disposto il ricovero presso altra Struttura Ospedaliera.

In ultimo, per mero dovere informativo, si rappresenta che l’atteggiamento minaccioso
tenuto dal parente del piccolo S.A. ha determinato un rallentamento delle procedure di
accettazione e valutazione del P.S., creando un clima di tensione contagiosa tra i presenti e di paura per i piccoli pazienti, generando nei confronti dello stesso Medico coinvolto nella vicenda uno stato psicologico di ansia, che lo hanno costretto, a tutt’oggi, ad assentarsi dal lavoro per infortunio legato al triste accaduto. Circostanze, queste, che potrebbero indurre questa Azienda Ospedaliera a segnalare l’accaduto alla competente Autorità Giudiziaria Penale, per il proprio seguito di competenza.

Per tale motivo, atteso che il video da Voi pubblicato non rappresenta il reale ed effettivo
svolgimento degli eventi, determinando difatti un presumibile erroneo convincimento da parte dell’utenza che ne visiona il contenuto, si chiede che la S.V. voglia valutare l’opportunità di rimuoverlo dal proprio sito ed altresì dal proprio canale youtube.

Si chiede, dunque, di voler provvedere, ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948, alla rettifica di
quanto riportato nel citato articolo nella collocazione prevista dalla legge e con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce, comuncandoVi che, in difetto, saremo costretti ad intraprendere le iniziative necessarie volte a tutelare la reputazione di questa Spettabile Azienda Ospedaliera.

Nella certezza di aver chiarito la posizione, si porgono Distinti Saluti.

Il Direttore Generale
Dott. Vitangelo Dattoli