“Mi sono recata al Centro vaccinazioni per prenotare il vaccino anti meningococco B per mio figlio, nato prima del 2014. A seguito di un emendamento aggiuntivo di un consigliere regionale, è stato approvato che tale vaccino sia somministrato gratis a tutti i bimbi in età pediatrica e quindi nati anche prima del 2014. Al medico dell’ambulatorio, però, non risulta. Mi dice che non hanno ricevuto alcuna circolare in merito e quindi devo pagare la prima di due dosi per €74,04 l’una. Insisto, visibilmente alterata, per avere una data di prenotazione, a quel punto mi consegna un bollettino postale che mai pagherò! Chiedo a chi di competenza di far arrivare in tutti gli ambulatori ASL preposti alle vaccinazioni sta benedetta circolare”. Questo, in sintesi, è uno dei tanti racconti che stiamo ricevendo in redazione. Con la paura della meningite dovuta alla cronaca recente, gli ambulatori vaccinali in questi giorni sono letteralmente presi d’assalto.

Che sarebbe successo il finimondo con l’approvazione della Legge 40, era evidente fin dagli albori, dal testo dell’articolo 52. Cita testualmente: “È assicurata con oneri a carico del Servizio sanitario regionale la vaccinazione “anti meningococco B” anche per i nati prima dell’anno 2014”. Per i non addetti ai lavori, sembra tutto chiarissimo, in realtà la semplificazione in questo caso si è rivelata controproducente.

Cosa è successo dunque? È bastato un post su facebook della consigliera regionale del Movimento 5Stelle Antonella Laricchia per scatenare il caos negli ambulatori. Sì, perché, se è vero che la Legge regionale n.40 stabilisce la gratuità del vaccino, è anche vero che i vaccini costano, e devono essere somministrati solo quando e a chi servono effettivamente, non siamo noi a dirlo ma la medicina.

Con una semplice telefonata a un pediatra qualsiasi, per esempio, anche noi che non siamo esperti abbiamo capito subito che il meningococco B non colpisce indistintamente chiunque, ma ha una incidenza epidemiologica significativa tra i 3 e gli 8 mesi di vita, e intorno all’11°-12° anno. Per capirci, al nonno di 93 anni questo vaccino non si somministra.

Da un lato, dunque, c’è un problema di copertura della spesa. Dall’altro, come abbiamo detto, il vaccino non deve essere somministrato a chiunque, ma solo a chi rientra in determinate fasce di età, fasce che come abbiamo letto non sono state specificate dall’articolo 52 della Legge 40.

Approvata la Legge, resta quindi da definire per chi è gratuito il vaccino, compito che dovrebbe spettare al Servizio sanitario regionale, dato che è la Giunta regionale a deliberare il calendario vaccinale. Per quanto ne sappiamo, ad oggi, le fasce di età per cui il vaccino è effettivamente gratuito non sono ancora state definite, motivo per cui alcuni genitori si vedono presentare il bollettino dai medici. Non è colpa loro se la Legge è stata scritta in maniera poco precisa.

Intanto, però, i cittadini si lamentano e negli ambulatori il personale è costretto a subire le lamentele di chi ritiene stia subendo un torto o un trattamento fuori Legge da chi, invece, non ha nessuna colpa.