«Secondo noi non va tutto bene come dice la Bottalico». Gianni Macina, presidente dell’associazione di volontariato In.Con.Tra, risponde all’assessore al Welfare del Comune di Bari, con cui ieri abbiamo fatto il punto sull’assistenza ai più deboli dopo la morte del clochard in piazza Cesare Battisti.

«Dicono sia morto per l’alcol e non per il freddo, ma la causa in questi casi non è mai una sola – sottolinea Macina – Mi rattrista molto vedere la burocrazia che si para il culo. Quando parliamo di clochard, abbiamo anche malati psichiatrici, abbiamo problemi legati a handycap, alle dipendenze, all’alcol, persone che hanno avuto qualsiasi tipo di problema che le ha condotte a vivere per strada. Se il Pronto Intervento Sociale non segue questi casi, allora io mi chiedo chi seguono. Molti dei nostri assistiti hanno questi problemi».

Questi entrano nei dormitori?
«Assolutamente no. Ieri sera, in stazione, abbiamo chiamato nuovamente il PIS, ci chiedono se le persone hanno un documento o se sono lucide. Ora, sicuramente ci saranno dei problemi di ordine pubblico nelle strutture, ma non credo che queste persone debbano morire per strada solo perché sono alcoliste o senza documenti».