Quattrocento multe elevate in tre mesi. È il record stabilito da uno dei diciotto verificatori dell’Amtab, l’azienda del trasporto pubblico barese. Un controllore “spietato”, che non guarda in faccia nessuno. Il terminator delle sanzioni, insieme agli altri diciassette sventurati colleghi, si trova tra l’incudine e il martello.

L’incudine dei passeggeri, sempre pronti a prendere i verificatori, a parolacce senza disdegnare qualche sputo in faccia o aggressioni di varia natura; Il martello dell’azienda. Sì, avete capito bene. L’Amtab, invece di incentivare il lavoratore, magari riconoscendogli come fa con tutti gli altri dipendenti il buono pasto, lo multa privandolo di qualche ora di paga.

Il pezzo forte di questa vicenda sta nella motivazione della sanzione al controllore, che non ha ricordato di spuntare la casella con le ragioni di una delle quattrocento multe elevate. Tutto ciò tenendo comunque a mente che al verbale è allegato il biglietto non obliterato. Nella dura lotta tra l’azienda e i lavoratori per il riconoscimento di alcuni sacrosanti diritti, perché accanirsi in questo modo per una simile sciocchezza?

Speriamo di vedere applicata la stessa ferocia nei confronti di chi permette la circolazione stradale ai rottami con le ruote, erroneamente definiti autobus, invece di istituire la linea 90, diretta dallo sfascia carrozze. Altro giro, altra corsa.